La perizia dei medici statunitensi con la quale l’Ilva di Taranto non dovrebbe emettere sostanze inquinanti è di parte. Lo afferma l’Ordine dei Medici di Taranto che fa notare come una perizia pagata dall’azienda non può non esserlo. Non solo, ma i medici affermano che gli studiosi americani dichiarano esplicitamente di non conoscere la situazione tarantina.
L’Ilva, con la sua campagna di comunicazione iniziata un anno fa, tesa ad uscire dall’angolo in cui era finita, colpita da un movimento ambientalista e salutista senza precedenti nella storia dell’Italia intera, ha pensato bene di rivolgersi ai medici americani per farsi fare una ricerca le cui conclusioni erano scontate. L’Ilva non ha mai ammesso di essere responsabile dei tumori tarantini, o delle menopause precoci. Se lo facesse, dovrebbe affrontare processi per risarcimenti che non basterebbero tutti i coil prodotti in un anno.
L’Ilva è una presenza ingombrante sia dal punto di vista geografico, essendo due volte la città di Taranto, sia dal punto di vista lavorativo, con i suoi oltre diecimila dipendenti, sia dal punto di vista ambientale, con i suoi camini e sia, soprattutto, dal punto di vista sociale, ingombrando l’immaginario di tutta la provincia jonica. Una presenza nera, a cui l’Ufficio Comunicazione dell’Ilva ha tentato di porre rimedio, attraverso una campagna di comunicazione tesa a riposizionarsi. Ma una campagna di comunicazione deve essere accompagnata da scelte aziendali o politiche precise, a cambiamenti tangibili, altrimenti la gente percepisce il falso e continua a non fidarsi. Con i suoi spot, passati sulle reti locali e sui giornali, l’Ilva ha tentato di dirci che bisogna guardare oltre quello che dicono gli ambientalisti. E’ vero che si conosce poco, ma è vero anche che l’Ilva è visibile, come è visibile il suo parco minerario, come sono visibili i camini degli altoforni, come sono visibili i coil disposti sulla riva, così come sono visibili i suoi operai che ogni giorno prendono il pullman davanti l’ex Hotel Olimpo a Martina Franca, come sono visibili i balconi arruginiti e il quartiere “rosso” dei Tamburi, a Taranto, dove tutto è ruggine, dove tutto è consumato.
Il tentativo dell’Ilva di correre ai ripari è stato nullo e ora, probabilmente a giorni, ci sarà una importante novità.
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