Il primo giorno di scuola: se i libri sono autoprodotti dagli insegnanti

fonte: lostradone.eu

Oggi è il primo giorno di scuola. Centinaia di ragazzi e ragazze riempiranno le aule degli istituti di Martina Franca sperando, almeno oggi, che non si parli, almeno oggi, di compiti e di interrogazioni, ma di come è andata l’estate e di cosa si farà durante l’anno. Ma di solito questa speranza non viene esaudita, perchè gli insegnanti sono al lavoro già da giorni e l’aria di vacanza l’hanno lasciata sulle comunicazioni sindacali, sui numeri dei tagli, sul programma che ogni anno subisce delle mutazioni.

La scuola, quindi, dove generazioni si incontrano e si confrontano, spesso si scontrano. Incapaci alcuni di percepire davvero l’umore e le aspettative dei ragazzi, come la mia ex insegnante di liceo che aveva come unico obiettivo non fare brutta figura con i colleghi di Taranto (?) e per questo preferiva intervenire con l’accetta su ogni sogno, ogni domanda che usciva appena dal seminato, oppure coloro che sono capaci davvero di interpretare il ruolo che la società ha affidato loro, come Carmine De Padova, che a San Marzano di San Giuseppe negli anni 50 insegnava ai propri alunni utilizzando l’arberesh, la parlata albanese tramandata di padre in figlio dal 1530, per insegnare ai giovani sammarzanesi a scrivere bene in italiano.

Innovatori, alcuni insegnanti, altri conservatori. Nella scuola si formano le coscienze dei ragazzi che poi saranno coloro che regolamenteranno a loro volta la scuola. E così i tagli, ancora, sulla scuola, voluti da Tremonti, amico delle scuole private e poi dalla Fornero, altri 10.000 insegnanti fuori, e altri che non potranno andare in pensione.

E così, la scuola, diventa trincea, campo di battaglia in cui si scontra la volontà economica di tagliare i servizi pubblici e la necessità democratica di formare i cittadini italiani.

Oggi, tra pochi minuti, accadrà qualcosa di meraviglioso, in uno degli istituti di Martina Franca: le prime classi inizieranno il loro percorso di istruzione superiore abbandonando i libri stampati dalle case editrici, ogni anno costosissime edizioni nuove che cambiano di poche virgole (che differenza ci può essere tra un Catullo 2011 e uno 2012?) e utilizzando quelli autoprodotti dalla rete Book in Progress, un progetto che ha come capofila l’istituto Majorana di Brindisi, che coniuga il sapere di tanti insegnanti con la necessità di risparmiare. Quest’anno, per gli studenti del Majorana di Martina Franca la scuola inizierà nel segno dell’intelligenza, e del risparmio, perchè tutti i libri, nuovi, costeranno in tutto 76 euro.

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