Parlamentari indagati. Il Corriere pubblica l'elenco. Ecco i nostri

Dopo la puntata di Report, il Corriere della Sera pubblica online l’elenco dei parlamentari indagati. Abbiamo cercato quelli che sono stati eletti in Puglia, e che in qualche maniera, più degli altri, ci rappresentano, con le “attenuanti” di una legge elettorale che ha praticamente ammazzato il rapporto tra eletto e elettore. Possiamo però, grazie ad Openpolis, incrociare i dati con quelli del Corriere della Sera e otteniamo il risultato voluto. Sono nove, cinque deputati e quattro senatori, i nostri rappresentanti che hanno precedenti, o sono indagati. Quattro sono del Pdl, due dell’Udc, due del Partito Democratico e uno del Gruppo Misto, Alberto Tedesco, che è stato però candidato e eletto nel PD.

Ecco di seguito l’elenco, con foto e descrizione dei reati.

 

  Gabriella Carlucci Udc Ex presentatrice televisiva e parlamentare del Pdl eletta alla Camera (poi passata all’Udc), Gabriella Carlucci è finita in un procedimento giudiziario con l’accusa di aver pagato in nero una collaboratrice che lavorava nella sua segreteria. Il giudice l’ha condannata al risarcimento del danno, stimato in oltre 10mila euro. Della vicenda si era occupata anche la trasmissione televisiva “Le Iene”, dedicando un servizio al caso di cui si è resa protagonista la parlamentare.
   Lorenzo Cesa  Udc  Indagato nell’ambito dell’inchiesta per truffa aggravata denominata “Poseidone” e volta a far luce sulle modalità di erogazione di fondi dell’Unione Europea per finanziare un progetto in provincia di Cosenza: è stato il gip del Tribunale di Roma a chiedere l’archiviazione per Cesa. Il parlamentare Udc è stato coinvolto anche nell’inchiesta sulle tangenti per gli appalti Anas con l’ex ministro dei Lavori Pubblici Gianni Prandini: per questa vicenda il gup di Roma ha sentenziato il non luogo a procedere per tutti gli imputati dichiarando inutilizzabili le carte processuali raccolte durante l’inchiesta.
   Massimo D’Alema  Pd  L’ex presidente del Consiglio è stato indagato per presunto finanziamento illecito nell’inchiesta sugli appalti Enac, per alcuni voli della Rotkopf da lui utilizzati: sia la procura che il gip ne hanno chiesto l’archiviazione. D’Alema è stato poi tirato in ballo da Gianpiero Tarantini (detto “Giampi”) nell’ambito dell’inchiesta sulle escort a proposito di alcune cene elettorali, e coinvolto nelle indagini sul senatore Alberto Tedesco. Dopo Tangentopoli è rimasto coinvolto insieme ad Achille Occhetto nell’inchiesta sul presunto finanziamento illecito da parte di alcuni associati a Legacoop, poi archiviata. La vicenda si è chiusa oltre dieci anni dopo (nel 2006) con un risarcimento per D’Alema e Occhetto per l’eccessiva durata del processo.
   Raffaele Fitto  Pdl  Due accuse di falso nell’ambito del processo cosiddetto “La Fiorita” e due assoluzioni. Nelle indagini l’ex ministro era stato accusato per fatti avvenuti durante il suo mandato di governatore della Puglia: un primo episodio aveva visto la sua assoluzione da parte della Cassazione, mentre nel secondo per il gup il “fatto non costituisce reato”. Fitto è sotto processo per turbativa d’asta per un’indagine legata alla vendita di alcuni supermercati ma ha annunciato di voler rinunciare alla prescrizione.
   Elvira Savino  Pdl  Due le indagini che hanno visto coinvolta la parlamentare Pdl Elvira Savino, entrambi a Bari. Innanzitutto l’inchiesta sul presunto ricatto al premier Silvio Berlusconi e su Gianpaolo Tarantini (detto “Giampi”). Savino è indicata nell’inchiesta come amica di Sabina Began, e come la persona che le aveva presentato Tarantini, che poi a sua volta l’aveva messa in contatto con Berlusconi. La parlamentare ha negato di aver “propiziato” alcun incontro. L’altra inchiesta in cui è rimasta coinvolta riguarda il processo Domino: in quell’ambito la deputata è accusata di aver fatto da prestanome fino al 2008 a un bancarottiere (Michele Labellante) ritenuto il cassiere dei clan Di Cosola e Parisi. Savino era stata oggetto di intercettazioni, non utilizzabili però nel processo perché non era stata richiesta l’autorizzazione alla Camera.
   Nicola Latorre  Pd  Parlamentare del Partito Democratico e vicinissimo a Massimo D’Alema, Nicola Latorre finì nel 2003 nel registro degli indagati della Procura di Potenza insieme al senatore del Pd Franco Marini. Furono accusati di concorso in favoreggiamento in quanto inizialmente gli inquirenti sospettavano che avessero informato Gaucci, ex patron del Perugia Calcio, dell’esistenza di indagini a loro carico. I magistrati tuttavia ritennero opportuna l’archiviazione delle accuse a carico di Latorre e Marini. Latorre è rimasto invischiato anche nell’inchiesta sulla scalata di Unipol a Bnl: i magistrati chiesero al Parlamento la possibilità di utilizzare le intercettazioni che lo riguardavano.
   Pasquale Nessa  Pdl  Il senatore del Pdl è stato al centro di un’inchiesta che risale al 2005 su presunte tangenti avviata dalla Procura di Taranto, e il gip ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare. Gli episodi contestati si sarebbero verificati nel dicembre del 2003: Nessa è stato accusato di aver intascato una tangente di circa 100mila euro dalla “Itacasa immobiliare srl”, società che intendeva realizzare un fabbricato per abitazioni civili a Martina Franca. La denuncia sarebbe partita dagli stessi amministratori della società, che avevano confessato di essere stati costretti a versare la tangente per ottenere le autorizzazioni necessarie. Nella vicenda è stato coinvolto anche il dirigente del settore urbanistico del Comune di Martina Franca.
   Luigi Grillo  Pdl  Coinvolto nel processo sulla scalata bancaria di Bpi ad Antonveneta. In primo grado era stato condannato a due anni e otto mesi, mentre in appello per il senatore Pdl è arrivata l’assoluzione. Negli anni precedenti è stato imputato nel processo per la presunta truffa per la progettazione della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Genova, in un’inchiesta nata dalla denuncia del Wwf. Il gup nel 2006 ha dichiarato il non luogo a procedere perché nel frattempo è intervenuta la prescrizione.
   Alberto Tedesco  Gruppo Misto  È molto articolato il procedimento che vede coinvolto il senatore Alberto Tedesco (ex Pd e oggi Gruppo Misto): per il parlamentare la magistratura inoltrò due volte la richiesta d’arresto alle Camere (ottenendo altrettanti rifiuti). Tedesco è accusato di associazione per delinquere, concussione, abuso d’ufficio, corruzione e falso. Secondo gli inquirenti, il parlamentare avrebbe costituito un’associazione per delinquere insieme agli altri indagati, rendendosi protagonista di una serie di reati commessi a partire dal 2005, riuscendo a controllare e pilotare appalti e forniture che venivano dirottati in favore di imprese che facevano parte della presunta rete.

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