Riordino delle Province. Il decreto non sarà convertito in legge

Troppi emendamenti e subemendamenti presentati al provvedimento, per questo il decreto che riorganizzava le province non sarà convertito in legge. La notizia è arrivata ieri in tarda serata e sembra una di quelle notizie burla, uno scherzo che qualche internauta ha deciso di fare. Un pò come la fine del mondo secondo il calendario Maya, ne parlano tutti, ma tutti sanno che il 22 dicembre la vita andrà avanti. Invece, in questo caso, è tutto vero.

Dopo mesi di contrasti, di referendum, di incontri pubblici, consigli comunali monotematici e tavoli programmatici come quelli che ha visto il nostro comune impegnato con quelli del comprensorio per l’unità, urlata inizialmente, della Valle d’Itria, arriva questa notizia figlia della crisi di Governo.

Nessun riordino delle province, la decisione definitiva è stata presa all’unanimità dai partecipanti ai lavori della Commissione Affari Costituzionali del Senato, preceduta da una riunione ristretta dal presidente di commissione Carlo Vizzini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi e il sottosegretario Antonio Maraschini.

Il destino di questi mesi è di perdere occasioni importanti – ha commentato Vizziniè stato fatto uno sforzo per trovare le condizioni complessive per approvare questo provvedimento atteso ma non è andato a buon fine».

Il governo – ha commentato il ministro della Pubblica amministrazione Patroni Griffi – ha fatto quello che poteva. Oggi ha preso atto della situazione».  Sarà necessario probabilmente escogitare una norma che coordini le disposizioni sulle province previste dal decreto salva Italia e dalla spending review. Ma sulla possibilità che questa norma sia inserita nella legge di stabilità Patroni Griffi non risponde: “Probabilmente ci sarà qualche intervento del governo ma ora non so rispondere”.

Per Pancho Pardi, senatore dell’Idv, il decreto legge non si può convertire soprattutto “per l’enorme quantità di emendamenti presentati dal centrodestra” ma Gabriele Boscetto, capogruppo del Pdl in commissione, replica: “C’erano tutta una serie di situazioni che andavano messe a posto e i nostri emendamenti tendevano a metterle a posto, non erano gratuiti”.

il senatore del Pd Enzo Bianco ha affermato: “Alla luce del mutato scenario politico, nonostante lo sforzo di Governo e relatori, si è deciso di non continuare. Non siamo in grado di andare avanti, abbiamo perso una grande opportunità”. 

Le istituzioni locali, invece, hanno perso tempo e denaro.

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