Il 2 e il 3 giugno del 1946, in seguito ai disastri della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia va alle urne, per la prima volta a suffragio universale, per scegliere la forma del nuovo Stato in seguito alla caduta del fascismo, Monarchia o Repubblica, e per le elezioni dell’Assemblea Costituente.
Il 4 giugno l’allora Ministro dell’Interno Giuseppe Romita annunciò i risultati dello spoglio che videro, a sorpresa, la Repubblica prevalere, con circa 2 milioni di voti in più, sull’opzione Monarchia con i sostenitori di quest’ultima, la famiglia reale in primis, che attribuirono la sconfitta a presunti brogli elettorali e a scorrettezze nella convocazione dei comizi e nello svolgimento del referendum. Regnava solo il disordine in quel momento, in seguito alla guerra non era impossibile che un numero consistente di votanti avesse potuto usare documenti d’identità falsi, ma i tanti i reclami presentati dai monarchici vennero però respinti dalla Corte di Cassazione. Secondo stime monarchiche circa tre milioni di voti, quindi un milione in più rispetto alle preferenze che separavano le due opzioni referendarie, andarono persi per diverse ragioni.
In ogni caso il 2 giugno è Festa della Repubblica e, come ha ricordato il Presidente Giorgio Napolitano è “La festa di tutti gli italiani, che in quel giorno ricordano e riaffermano i valori democratici della convivenza civile che trovano espressione nelle varie forme della loro partecipazione alla vita sociale del Paese“.
In seguito alla vittoria della Repubblica e all’elezione dei componenti dell’Assemblea costituente, il 22 dicembre 1947, venne approvata la Costituzione Italiana che entrò in vigore il primo gennaio 1948.
Nei padri costituenti era ancora vivo il ricordo della guerra, dei massacri, della miseria e delle limitazioni alla libertà del regime fascista. La Costituzione Italiana rappresenta la speranza di coloro che, vissuto quel momento storico, desideravano voltare pagina verso un futuro diverso, di pace, di uguaglianza, di antifascismo. I costituenti sentivano il bisogno di rovesciare completamente le categorie che caratterizzavano il fascismo, un regime che aveva aggredito le autonomie individuali e sociali, soppresso il pluralismo con una concezione totalitaria del potere, limitato le libertà individuali. Per questo ciò che rende antifascista la nostra Costituzione non è di certo la legge Scelba del 1952, sul reato di apologia del fascismo, ma ciò che è sancito nei Principi fondamentali, l’architettura del nostro sistema.
Il principio democratico (art. 1), il principio personalista (art.2), il principio pluralista (art. 2), il principio di eguaglianza (art.3), il principio lavorista (artt.1 e 4), il principio autonomistico (art.5), i principi sul rapporto dell’ordinamento italiano con il diritto internazionale e con gli ordinamenti a carattere sopranazionale (artt. 10-11), i principi sulla tutela delle minoranze linguistiche (art. 6) e sui rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose.
Eguaglianza e universalità dei diritti dell’uomo sono il fondamento dell’Ordinamento, principi che hanno ristabilito un perimetro invalicabile di libertà individuali e di organizzazione sociale.
Anche Martina Franca festeggerà la Repubblica e la Costituzione. La Consulta dei Giovani con alcuni studenti e con la collaborazione del Comune di Martina Franca, ha organizzato, per domani 2 giugno, dalle ore 11.00, presso la Sala consiliare di Palazzo Ducale, la lettura pubblica di questi Principi fondamentali della Costituzione che rappresentano, ancora oggi, nonostante tutto, una speranza per il futuro.
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