“Cari amici vicini e lontani“, era il celebre saluto del decano dei presentatori Nunzio Filogamo, morto centenario nel 2002, ma anche il titolo di un programma televisivo di successo che Renzo Arbore realizzò nel 1984 per il sessantesimo anno della radio italiana. Ora che siamo a quasi novant’anni dall’avvio delle trasmissioni regolari in Italia (prima con l’URI; poi con l’EIAR, quindi con la RAI, le radio libere e network), “Cari amici vicini e lontani- L’avventurosa storia della radio” è il titolo di un bellissimo saggio del prof. Giorgio Simonelli, docente di Storia del Giornalismo all’Unversità Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Bruno Mondadori, 176 pagine, 16 euro).
Il libro verrà presentato giovedì possimo, 20 giugno, nell’Auditorium della Casa della Musica di Ostuni, alle 20.30, alla presenza dell’autore, che è anche consulente ed opinionista del programma “TV Talk” di Rai Educational, in onda ogni sabato alle 14.45. Sarà l’occasione per ripercorrere, anche tramite filmati e preziosi documenti sonori, i grandi avvenimenti storici commentati dall’invenzione di Marconi, dagli anni Venti fino ai giorni nostri. Si parlerà anche dell’avvento delle radio locali ad Ostuni, dal 1975 ad oggi, con tutto il carico di libertà di espressione e di impegno per la comunità che qel periodo ha rappresntato e continua a rappresentare. La presentazione sarà condotta da Ferdinando Sallustio.
Vista oggi come un oggetto familiare e un po’ démodé, la radio è stata in realtà una delle più dirompenti invenzioni tecnologiche dell’epoca moderna: figlia dell’elettricità, è nata da uno straordinario concorso di talenti e fantasie e si è subito imposta per la novità rivoluzionaria del suo modello di comunicazione “immateriale”. Il libro ne racconta la storia e il movimentato percorso alla ricerca di una collocazione culturale: concepita all’inizio come anti-mass medium destinato non all’ampia divulgazione ma alla trasmissione di messaggi in codice, la radio diventa nei primi decenni del Novecento lo status symbol del ceto medio desideroso di aprire una finestra sul mondo dall’intimità dei suoi salotti. Felicemente promossa a democratico mezzo di intrattenimento domestico grazie ai programmi musicali, alle cronache sportive e alle nuove forme dello storytelling popolare come le “riviste” o le soap-opera, la radio diventa anche strumento politico di propaganda facendo risuonare i “discorsi del caminetto” di Roosevelt e la voce di Mussolini nelle case di tutti i cittadini.
Nuovo focolare di aggregazione domestica negli anni venti e oggetto-feticcio dei movimenti giovanili anni sessanta, veicolo istituzionale dei bollettini di guerra e irriverente strumento delle burle fantascientifiche di Orson Welles, la radio ha accompagnato i momenti decisivi dell’ultimo secolo e gode ancora di un’insospettabile vitalità: Giorgio Simonelli, in uno studio ricco e coinvolgente, racconta le tante tappe di una storia avventurosa e ancora in pieno svolgimento.
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