Salviamo il Bianco, Made in Carcere e Slow Food: insieme per la solidarietà

L’Associazione Salviamo il Bianco, Made in Carcere e Slow Food insieme per una cena di solidarietà con le detenute del carcere di Lecce. L’appuntamento e’ il 22 agosto, a partire dalle 19, rigorosamente IN BIANCO.

Una scelta che coinvolge abbigliamento e tavola ma che racconta della voglia di riscrivere la propria storia partendo da una pagina bianca.

Una serata che apre le porte della casa circondariale, diretta dal Dott. Antonio Fullone a circa 50 invitati che condivideranno una serata di buon cibo e buon vino con chi sconta la sua pena: “l’iniziativa testimonia come il carcere, vuole essere parte attiva del suo territorio e non luogo immobile” .

La cena sarà’ offerta dei produttori che collaborano con Slow Food e che hanno messo a disposizione i loro prodotti. Durante la serata saranno realizzate dal vivo le mozzarelle, ai fornelli lo chef di Tenuta Moreno, Vincenzo Elia. Mandorle e taralli offerti da Medibreak. “Una iniziativa che ridona speranza – spiega Carlin Petrini, fondatore e presidente della Fondazione Slow Food – e da’ il senso della comunità perché aiuta a ricostruire percorsi di vita che in questo momento sono in una situazione disagiata”.

Per Luciana Delle Donne, fondatrice di Made in Carcere, “è importante dimostrare che il benessere comune procura vantaggio e tutti e che l’applicazione del buon senso genera sempre benessere. Questa cena e’ la dimostrazione che la nuova frontiera della ricchezza è dare e darsi, attraverso queste iniziative si comincia a parlare finalmente di Educazione Sociale“.

Vogliamo celebrare – sottolinea Paolo Pecere presidente dell’Associazione Salviamo il bianco – due importanti risultati: la raccolta dei fondi necessari per una parte di tinteggiatura della città bianca, Ostuni, grazie alla distribuzione del materiale realizzato in carcere, e la promozione dell’attività lavorativa delle detenute. Cenare con loro non è solo un modo per ringraziarle per il lavoro che stanno svolgendo ma è anche un messaggio di speranza, di solidarietà a quelle donne che hanno commesso un errore e che dimostrano di voler costruire un futuro migliore“.

Abbiamo coinvolto – racconta Marcello Longo, consigliere della Onlus Fondazione Slowfood per la Biodiversità – numerosi produttori, a partire dalla comunità dei produttori caseari dell’Alto Salento, la prima comunità nata nel 2002, per fornire i loro prodotti a sostegno di questa iniziativa di convivialità e solidarietà Saranno infatti prodotte dal vivo le mozzarelle e sarà un momento di interazione con le Donne detenute che potranno provare in diretta l’esperienza“.

Il nostro aiuto – spiega Pierangelo Argentieri, responsabile di Tenuta Moreno – nasce nel quadro del progetto Terra Madre, con Slow Food, che prevede di utilizzare chef particolarmente sensibili all’uso di materie prime naturali, fortemente legate ai territori, e creare emozioni nel piatto. Il nostro chef Vincenzo Elia chiuderà un cerchio ideale tra  prodotto, gusto e impegno sociale“.

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