Martina Franca ripudia la guerra. Disobbedienza costituzionale

MARTINA FRANCA –  Si respira aria di conflitto internazionale, dopo il G20 di San Pietroburgo incombe sulla popolazione mondiale una guerra che molto probabilmente cambierà gli scenari della geopolitica mondiale. Su Wikipedia esiste già una pagina dedicata ad una probabile terza guerra mondiale. Viene descritta come un’ipotesi di conflitto esaminata e presentata come imminente in più occasioni a partire dalla Guerra fredda e dall’intervento del Papa durante la crisi dei missili a Cuba, passando poi dal Vietnam per arrivare alla guerra del Golfo e a quelle in Iraq e in Afghanistan. Molti hanno fantasticato su questa possibilità inventando storie e romanzi di successo o videogames per console, film e documentari. Qualcuno ha scomodato addirittura gli alieni. Ce l’hanno presentata in 3D, per renderla più reale, come se l’umanità non vedesse l’ora di rivivere quell’esperienza.

La paura sembra averci spinto a costruire continuamente lo scenario per questa terza guerra mondiale.

Così alcuni comuni italiani hanno deciso di prendere posizione a riguardo, inviando un suggerimento al Governo Letta in onore e nel rispetto di quanto è sancito dalla Costituzione del nostro paese. Tra questi c’è il Comune di Martina Franca che nella riunione odierna della Giunta Comunale (5 settembre 2013), ha inserito nell’ordine del giorno la discussione sull’imminente guerra  in Siria formalizzando la propria contrarietà alla partecipazione italiana al conflitto. Lo fa inviando una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri (che potete leggere in fondo a questo articolo).

Tornano in mente gli “Invincibili” di Erri de Luca e Gianmaria Testa, eroi dimenticati come Don Chisciotte, che non ha mai vinto una battaglia. Sono quegli uomini che non sono sul gradino più alto, quelli che non si lasciano scoraggiare, quelli che lottano giornalmente contro le ingiustizie del mondo, che cercano di sopravvivere in contesti di guerra, di fame e povertà costruitegli intorno in nome di un Dio, di un’ideologia, del mercato e dell’economia. L’italia, per esempio, in nome dell’economia aveva fino a pochi anni fa una delle più grandi industrie di mine antiuomo, chiamate poi anticarro in un tentativo squallido di edulcorare, o per l’appunto disumanizzare, la guerra, come se la guerra fosse realmente umana e una mina avesse la capacità di decidere autonomamente chi e cosa distruggere.

Le mine prodotte da Valsella (gruppo Fiat), le famose Valmara 69, erano in dotazione, oltre che all’esercito italiano, anche ad altre forze armate tra cui quelle irachene. Qualche invincibile italiano lottò per chiedere allo Stato italiano il divieto di produzione e di vendita di queste armi di distruzione di massa (proprio quelle che gli americani cercavano in Iraq) prodotte sul suolo italiano, riuscendo nell’impresa.

Invincibile non è solo chi non si arrende, ma è colui che riesce a distinguere la legalità dalla giustizia, invincibile è il disertore di Boris Vian. Invincibili sono tutti coloro che resistono, ma anche chi non ce la fa pur stringendo i denti fino alla fine. Invincibile è la costituzione italiana, l’articolo 11, il ripudio alla guerra.

La Giunta comunale oggi ha semplicemente inviato una lettera di dissenso, certo non cambierà le sorti della storia, ma se lo facessero tutti i comuni italiani? Diventeremmo tutti invincibili, ma questa è una guerra che si è già deciso di combattere e l’Italia in campo internazionale non conta molto. Tempo fa qualcuno disse: “Solo con una guerra potremmo risolvere questa crisi mondiale”. Et Voilà, ce l’hanno preparata. Certo non ha senso chiamarla terza guerra mondiale, non sappiamo che tipo di conflitto sarà, ma anche perché in realtà abbiamo perso il conto delle guerre: sono attualmente in corso oltre 30 conflitti nel mondo, paesi che con il loro territorio occupano quasi la metà di tutto il territorio mondiale, è come se il sud del mondo fosse in guerra, senza contare l’inquinamento che le esercitazioni militari comportano. Gli USA per liberarsi di vecchie navi effettuano il c.d. sinkex “un termine militare con cui si indica la pratica di colpire e affondare una propria nave-bersaglio. Per la Marina degli Stati Uniti si tratta di un modo veloce per smaltire le vecchie navi da guerra e permettere allo stesso tempo l’addestramento dei militari”. L’Ocenao Pacifico oggi è uno dei mari più inquinati, e l’allarme aumenta di giorno in giorno. Per non parlare delle oltre 110 milioni di mine antiuomo disseminate e ancora da disinnescare. E questa non è una guerra mondiale? Il problema è uscirne una volta per tutte.

Pubblichiamo di seguito il testo integrale della lettera:

“Penso che dovremmo essere prima di tutto uomini, e poi cittadini. Non è auspicabile avere rispetto della legge nella stessa misura in cui si nutre rispetto per la giustizia. Il solo obbligo che ho il diritto di assumermi è di fare ciò che ritengo giusto. Un risultato comune e naturale del rispetto delle leggi è che puoi vedere una fila di soldati tutti che marciano verso la guerra in mirabile ordine per monti e per valli, contro la loro volontà e, ahimé, contro il loro buonsenso e la loro coscienza. In questo modo la massa degli uomini serve lo Stato non come uomini ma come macchine, con il loro solo corpo: gli uomini si mettono allo stesso livello del legno, della terra e della pietra. E tuttavia uomini del genere sono comunemente stimati buoni cittadini. Un uomo saggio si adatterà ad essere usato solo come uomo e non si sottometterà ad essere “argilla” ma lascerà questo compito alla sue ceneri: “Sono di nascita troppo nobile per diventare proprietà di qualcuno, per essere il secondo al comando, o bravo servo e strumento di qualunque Stato sovrano al mondo”. (Henry David Thoreau in La Disobbedienza Civile, 1849).

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Commenti

Una risposta a “Martina Franca ripudia la guerra. Disobbedienza costituzionale”

  1. Avatar marco
    marco

    Ma voi pensate veramente che questo governo non-eletto tenga conto delle opinioni dei cittadini?

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