Anna Maria Mori, ideatrice di “Un’emozione chiamata libro”, scrive al prossimo(?) assessore alla cultura Pierangelo Buongiorno

Riceviamo e pubblichiamo:

Gentile Dottor Buongiorno

ci siamo sentiti più volte al telefono: le sono grata del garbo e della gentilezza.
Il tema delle nostre conversazioni, com’è ovvio, è stata la rassegna letteraria “Un’emozione chiamata libro”. Le ho spiegato che considero l’esperienza da me fatta molto importante per l’impegno profuso da parte mia, e i notevoli risultati raggiunti, ma ora tocca a voi. Non spetta a me dare o negare assensi a quello che vorrete fare. Vi ricordo solo che l’impronta all’iniziativa, in tutti questi anni, è stata quella di privilegiare una scelta culturale circa il rapporto da favorire tra il libro in quanto tale e un pubblico di lettori attenti e interessati a tutta una serie di tematiche che il tempo-i tempi ci hanno via via suggerito.
Visto che a suo tempo avevo già annunciato il mio distacco dalla  mia “creatura”, visto  quindi che visibilmente non ero e non sono alla ricerca di nuovi ruoli e incarichi, mi aspettavo quanto meno dai nuovi amministratori, al momento in cui veniva evocata la mia persona e il lavoro svolto in tutti questi anni,  un cenno di ringraziamento e, perchè no?, di plauso . E’ successo il contrario. Perchè? Perchè insinuare limiti e cadute dell’iniziativa che, come sapete, ha registrato ininterrottamente un consenso crescente, a partire dal numero delle presenze?
Nella volontà di riprendere l’iniziativa senza di me, lei ha tenuto a sottolineare il fatto che non potevo rivendicare un qualsiasi diritto riguardo al titolo della rassegna: è vero, nella mia assoluta buona fede, non ho pensato di dovermi difendere depositando e brevettando un titolo che peraltro, è noto, è assolutamente e soltanto mio: lo è stato sin dal primo giorno, in anni ormai lontani, quando il Comune, nelle persone dell’allora Sindaco Lorenzo Cirasino e dell’assessore alla cultura Renato Santomanco, mi chiamò per immaginare e realizzare un appuntamento culturale per la città. Vedremo. In ogni caso, se continuerete ad utilizzarlo ( mi auguro con qualche cambiamento per segnare la discontinuità), vi auguro di farne buon uso. Mi permetto di sottolineare che, da parte mia, in accordo con i Sindaci con i quali ho lavorato, mi è sempre stato consentito di privilegiare una linea favorevole a un dibattito di idee di livello possibilmente elevato: se la “perdita di smalto” evocata in questi giorni si riferisce all’aver privilegiato i contenuti e i pensieri rispetto ad un’attesa di spettacolarizzazione, personalmente ne vado orgogliosa. Se avrà modo, non foss’altro, di scorrere l’elenco delle persone che negli anni, fino all’ultimo anno, il 2013, sono salite sul palco del Chiostro, dovrà convenire con me su questa affermazione.
Dunque, si volta pagina. Auguri. Circa la sua idea di invitarmi all’inaugurazione della “vostra” rassegna, o di conferirmi un’onorificenza, la ringrazio sinceramente, ma le confermo che desidero rimanere fuori da tutto questo. Suonerebbe oltretutto stonato e fuori luogo , dati i giudizi a dir poco ingenerosi formulati nei miei confronti dal Sindaco neo-eletto che tra l’altro credo di non aver mai avuto modo di incontrare  a  nessuno dei miei incontri con gli autori: su quale base si è formato il suo giudizio?
Comunque, siccome io credo e continuerò a credere nell’importanza dei libri e dei pensieri che ne scaturiscono, vi ripeto il mio augurio: spero che vogliate e possiate continuare ad offrire occasioni di rflessione a un pubblico numeroso e attento come quello sul quale io ho potuto contare in tutti questi anni.
A presto, e buon lavoro, con cordialità
Anna Maria Mori

 

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