Mancano appena due giorni al voto, un’altra campagna elettorale tumultuosa volge al termine e sta finalmente per esaurirsi l’apprensione febbrile dei candidati. Stando al panorama ostunese però, c’è chi ha preferito rimanere fedele alla mitezza del proprio carattere e continuare a svolgere il proprio lavoro con la determinazione di chi crede che i fatti si spieghino meglio di tante parole.
Nicola Santoro, imprenditore agricolo e candidato ostunese in forza alla lista “Puglia Nazionale”, a sostegno di Adriana Poli Bortone, sembra immune dall’ansia e sicuro di percorrere la strada giusta, in una interessante intervista, che tocca i temi a lui cari, come Xylella Fastidiosa e le sofisticazioni dell’agroalimentare, si dice onorato di essere stato scelto per rappresentare il centrodestra pugliese.
«Bisogna sfatare un equivoco di fondo – dichiara Adriana Poli Bortone – in questa campagna elettorale non esistono due centrodestra contrapposti. L’unico e solo centrodestra siamo noi. L’altra parte rappresenta un mix piuttosto ambiguo, composto da dissidenti e sostenitori del Governo Renzi. Quello che accade a livello nazionale, si verifica anche nel locale: Ostuni è un esempio chiaro di quanto appena detto. Ma fortunatamente, il trasformismo in politica è superato: abbiamo elettori sempre più esigenti e sempre più preparati. Perciò su Ostuni non ho avuto dubbi nel reclutare una persona seria, che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro, alla famiglia e alla crescita economica del suo territorio: Nicola Santoro».
L’imprenditore ostunese, diventato famoso per la genuinità e la bontà del suo olio, si candida perché sente l’urgenza di contribuire a imprimere un cambio di passo nella coordinazione delle politiche agricole. Il settore agrario rappresenta il traino per lo sviluppo di un turismo più attento e legato alla scansione di tempi e pratiche agricole. Oltre a migliorare il paesaggio rurale, esercita inoltre un’importante attrattiva per quanti preferiscono prodotti di qualità; la Dieta Mediterranea, tema dell’EXPO 2015, nasce qui. Non ha senso, afferma il candidato Nicola Santoro, discuterne a Milano e non migliorare qui le condizioni per raggiungere quegli standard produttivi di eccellenza tanto richiesti.
«Bisogna partire dal basso, se si vuole arrivare in alto – dice Santoro – è questa l’unica regola da seguire oggi, soprattutto nel settore agricolo, devastato drammaticamente da normative che curano gli interessi di tutti, tranne che dei coltivatori e dei loro terreni. Questo è accaduto perché, almeno negli ultimi anni, l’agricoltura non è stata considerata fondamentale per lo sviluppo economico della Regione Puglia. Il mio compito è dimostrare quanto invece questo settore sia prezioso e quanto abbia da offrire in termini di impiego, di valorizzazione del paesaggio, di benessere economico e sociale.
Anche le leggi sulla sicurezza e sulle modalità di assunzione dei collaboratori non hanno fatto altro che ridurre la produttività, paragonando il settore agricolo a quello industriale. Questo perché mancano le competenze necessarie e perché si vogliono favorire alcuni mercati, piuttosto che altri.
I campi sono sempre più poveri perché non si coltivano quasi più graminacee, non si usano concimi organici a causa della riduzione della zootecnia. Insomma un insieme di elementi ha portato buona parte dei terreni a impoverirsi e le piante ad ammalarsi. Xylella Fastidiosa è il primo nemico delle piante trascurate. L’ulivo è un albero attaccato continuamente da tanti insetti, batteri, parassiti. Il suo tronco sembra un’opera scultorea tra fori, intagli e bassorilievi, una storia evolutiva lunga seimila anni, che stiamo sacrificando in nome di un falso progresso. Il futuro dei nostri ulivi dipende da quanto saremo in grado di trasmettere alle nuove generazioni l’esperienza maturata dai nostri antenati, che hanno saputo conservare un patrimonio, testimonianza tangibile di un sapere antico.
Se si vuole accedere a un futuro migliore, è indispensabile coinvolgere attivamente gli studenti, iniziando dalle scuole medie inferiori, nell’elaborazione di studi di settore. Tradizione e progresso devono trovare lo stesso spazio, raggiunto questo equilibrio, i giovani avranno maggiori possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro, con meno difficoltà. La scelta dobbiamo lasciarla a loro!
Tornando sulla questione Xylella, secondo me bisognava controllare con metodo le importazioni di piante da altri stati, responsabili con ogni probabilità della diffusione del batterio. Non ha senso oggi eradicare alberi che non siano completamente secchi, è giusto invece seguire indicazioni millenarie, antiche quanto la nostra cultura agricola. Possiedo una visione chiara della situazione perché affronto in prima persona le problematiche legate al settore in cui opero, seguendo i tempi idonei agli interventi di potatura e coltivazione, come mi è stato insegnato da chi ha lasciato in eredità il patrimonio olivicolo. Perciò il mio obiettivo è quello di riportare benessere al nostro amato paesaggio rurale e alle persone che se ne prendono cura».
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