Michele Riondino è stato intervistato dal Nuovo Quotidiano di Puglia, in merito alle ultime vicende che hanno coinvolto l’Ilva, il decreto che ha tenuto aperto l’Afo2, nonostante fosse posto sotto sequestro dalla Procura di Taranto, in seguito all’incidente che è costata la vita a Alessandro Morricella. Ecco per intero l’intervista fatta da Eugenio Caliandro:
“Il decreto che ha sancito la riapertura dell’Afo2? L’ennesima testimonianza di come in Italia le leggi non siano uguali per tutti e di come si continui ad emanare provvedimenti costruiti ad arte per fare gli interessi esclusivi di singole aziende. Quando lo faceva Berlusconi, tutti eravamo lì a puntargli contro l’indice, ora che lo fa il premier Renzi non si scandalizza più nessuno.” E’ il nuovo affondo di Michele Riondino, attore, regista, direttore artistico del 1 Maggio tarantino ed esponente del comitato “Liberi e pensanti“, che torna ad intervenire sul caso Ilva ricordando, a quasi due mesi dalla sua scomparsa, il sacrificio di Alessandro Morricella, l’operaio martinese morto lo scorso 8 giugno a soli 35 anni dopo essere stato investito in pieno da un getto di ghisa fusa mentre, come ogni giorno, svolgeva il suo lavoro, quello di misurare la temperatura di colata nel cuore dell’altoforno dell’impianto siderurgico. “Invito Renzi e tutte le autorità che hanno permesso la riapertura dell’Afo, nonostante vi sia ancora un’inchiesta in corso e nonostante i precedenti provvedimenti di sequestro di quell’impianto, a mettersi, per un giorno soltanto almeno, nei panni di chi dovrà andare a sostituire Alessandro Morricella – afferma Riondino – Nei panni di quell’operaio che solo poco meno di due mesi fa ha visto praticamente sciogliersi sotto i suoi occhi un collega di lavoro e un amico e che oggi sarà chiamato a svolgere le sue stesse mansioni in un impianto opportunamente giudicato pericoloso da un magistrato e quindi tale da essere sottoposto a sequestro e che oggi invece viene riaperto come se nulla fosse accaduto.”
Per Riondino, la morte di Morricella deve necessariamente portare ad una presa di coscienza sulla necessità che si attui un cambio di rotta non soltanto nella linea politica da adottare riguardo alla gestione del caso Iva, ma nella mentalità stessa della classe operaia e, in generale, della comunità tarantina: “Quando faccio questi discorsi mi accusano di populismo – continua Riondino – ma come si fa a condividere quei lavoratori che piuttosto di non perdere il proprio posto in fabbrica sono disposti a mettere a rischio la propria vita e quella degli altri, affermando che l’unica alternativa è la fame. Io, non è un segreto, continuo ad essere per la chiusura degli impianti inquinanti, l’ho sempre detto, ma penso, purtroppo, che ci vorranno anni prima che l’opinione pubblica tarantina possa raggiungere la consapevolezza che le cose debbano necessariamente cambiare, che ci possa essere un futuro anche senza l’industria pesante come quella dell’Ilva. Prima chiudiamo gli impianti inquinanti – è il parere dell’attore tarantino – prima possiamo bonificare il territorio, prima possiamo cominciare a pianificare un sistema economico alternativo alla grande industria. Tutti, nelle ultime settimane, si sono affrettati a dire che se chiude l’Afo 2 chiude la fabbrica. Bene, quell’impianto è stato teatro di gravi incidenti ed è già stato sottoposto a provvedimenti di chiusura, quindi, una cosa è certa, la fabbrica, prima o poi, chiuderà. Il dramma peggiore che viviamo a Taranto – prosegue nella sua analisi Riondino – è legato soprattutto ad una voglia, forse dettata dall’incoscienza, di accettare di buon grado le scelte che piovono dall’alto, come se quelle scelte, i decreti, i disegni di legge pro Ilva, fossero costruite a tavolino per difendere concretamente gli interessi degli operai. Operai che, invece, oggi, nella gran parte dei casi, non vengono più difesi e tutelati nemmeno dai sindacati.”
Per Riondino, l’unica strada percorribile verso il cambiamento è quella dell’impegno politico: “Scendere direttamente in campo è l’unico modo per cominciare ad adoperarci per questo nostro territorio – sottolinea – Noi come comitato “Liberi e pensanti” lo stiamo già facendo, insieme ad esponenti dell’associazionismo tarantino, ai Verdi e al Movimento 5 Stelle, con il quale siamo davvero in sintonia su alcune tematiche e che invito pubblicamente a percorrere insieme un cammino che possa portare a stilare un programma per pianificare in progetto politico finalizzato a risollevare le sorti di questa città. Il tempo a disposizione c’è, tanto – chiosa ironicamente Riondino – questo nostro sindaco, almeno per il momento non sembra avere alcuna intenzione di dimettersi“.
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