In uscita per Giacovelli Editore l’ultima fatica della locorotondese Ermelinda Prete. La presentazione di “Cui Bono?” all’auditorium dell’istituto “Basile-Caramia” di Locorotondo questa sera alle 19,30. Di seguito il comunicato giunto in redazione.
Domenica 15 novembre alle 19,30, presso l’Auditorium dell’Istituto “Basile-Caramia” a Locorotondo, la scrittrice pugliese Ermelinda Prete presenterà la sua nuova opera dal titolo “Cui Bono?” edita da Giacovelli Editore.
L’opera prende il titolo da una locuzione latina che ben introduce l’essenza del narrato stesso: a chi giova? Difficile apprestarsi alla catalogazione di Cui Bono di Ermelinda Prete per la complessità delle reti intessute dall’autrice, già alla sua quarta pubblicazione. Eleganza, forza, dirompenza e audacia gli ingredienti della scrittura, greve e leggiadra allo stesso tempo della scrittrice pugliese, un’alchimia rara che ci permette di essere guidati, passo per passo, in quegli indiscreti, paurosi e pur tuttavia, affascinanti interstizi della mente e del corpo. Protagonista indiscusso del romanzo e protagonista immancabile di tutti i lavori della scrittrice è appunto il corpo: peculiarità della scrittrice è proprio la continua ricorrenza alla carne, al sesso, alla forza genitrice della vita, dalla quale non si è mai discostata.
Ermelinda prete, dopo essersi laureata e specializzata in lettere moderne presso l’università degli studi di Bari, ha esordito con un volume di poesie, per poi proseguire con una narrazione in versi ed un opera narrativa, fino ad arrivare a questo suo primo romanzo accostabile delicatamente al genere noir, ma tuttavia difficilmente incasellabile nelle categorie da manuale, proprio perché risplendente di luce propria. Ad aprire la serata l’emergente band tarantina D’Ali (gruppo musicale formato da Mirko Di Bello (voce), Gisella Polito (voce) e Jeff Marturano (batteria). A introdurre la scrittrice, il giovane scrittore fasanese Marco Mancini. Insomma una serata culturale che da scrittore a scrittrice punterà ad incuriosire ed affascinare, promettendo quel solito amplesso d’arte del quale la Prete ha sempre dimostrato d’esser capace.
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