Il circolo ANPI di Martina Franca esprime la propria solidarietà al circolo Arci di Monopoli che è stato oggetto, nei giorni scorsi, di un atto di intimidazione. Ecco cosa scrivono: “La Sezione “fratelli Carucci” dell’Anpi di Martina Franca condanna fermamente il vile atto fascista che ha colpito la sede dell’Arci di Monopoli (BA) e tutta la città. L’inciviltà mista all’ignoranza degli autori del volgare atto ai danni dell’Arci arriva a poche ore da un altro grave episodio che ha colpito una kebabberia del centro sulla cui porta é stato scritto “anti islam”. Tali avvenimenti, dalla chiara connotazione squadrista, ci preoccupano molto e rendono più incalzante l’opera di vigilanza democratica che tutti i cittadini onesti sono chiamati a svolgere. Chiediamo alle forze dell’ordine di fare piena chiarezza e di perseguire i vigliacchi che si sono macchiati di questo misfatto“.
Secondo quanto riportano i giornali locali, tutto è iniziato con una scritta anti-islam sulla saracinesca di una kebabberia nel centro di Monopoli, verso la quale sia l’Arci locale, che l’Unione Studentesca che il laboratorio urbano di cittadinanza attiva AltraPolis, avevano espresso la propria vicinanza. Per risposta hanno ricevuto loro stessi la visita di alcuni personaggi, che hanno imbrattato la sede.
La situazione di paura e di odio razziale e religioso, fomentata dai media, che trova spesso terreno fertile in strati di popolazione ignorante o dotata di pochi strumenti culturali, è utilizzata dai vari politici locali che strumentalizzano questi comportamenti per ricercare consenso, anche e soprattutto elettorale. Le tre associazioni monopolitane hanno infatti fatto appello che questi episodi vengano fermamente condannati:
chiediamo l’avvio di una seria riflessione sul tema e una condanna unanime non tanto di quanto accaduto oggi, ma di quanto, periodicamente, tende a manifestarsi.
Non è tollerabile, in una società civile, che qualunque associazione, o singolo cittadino, che voglia esprimere qualunque opinione, debba tenere in considerazione reazioni di intolleranza.
Nessuno può dirsi immune o straniero rispetto a episodi del genere, per questo condividiamo l’appello e chiediamo che anche in Valle d’Itria si apra la discussione sui temi dell’accoglienza, della multiculturalità e della pace.
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