“Scusa, Alessandro, a nome delle istituzioni e della stessa comunità del lavoro, se non siamo riusciti a imporre prima del tuo sacrificio l’osservanza delle norme sulla sicurezza che avrebbero potuto salvarti la vita”. E’ per lui il passaggio più forte e intenso della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario, per Alessandro Morricella, il 35enne operaio dell’Ilva di Taranto, morto dopo quattro giorni di agonia, per essere stato investito da una violenta fiammata mista a ghisa liquida mentre controllava l’altoforno.
Del siderurgico tarantino ha parlato a lungo Antonio Maruccia, neo procuratore generale della Corte d’Appello: ha sottolineato la “colpevole assenza degli altri pubblici poteri”, ciò che ha portato a una “supplenza non cercata e men che meno voluta” da parte della magistratura, senza il cui intervento “i conti in Svizzera dei signori Riva sarebbero cresciuti e il cielo di Taranto sarebbe diventato più scuro” (fonte TR News).
Alessandro Morricella, operaio di Martina Franca, subì un incidente l’8 giugno 2015 e per questo morì il 12 giugno, proprio il giorno in cui si ricordano le vittime sul lavoro.
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