Questa mattina Vincenzo Angelini, candidato alla segreteria del PD di Martina Franca per la mozione “Energia Dem”, invia una lettera agli iscritti, e quindi anche alla stampa, per invitare al voto per lui, invitandoci a “sognare” e per un PD più aperto alla “società civile”, un partito autonomo e non “succube di scelte operate da organismi provinciali o regionali”. Se ripuliamo l’appello al voto di tutti gli orpelli che sentiamo ormai dal 2007, il messaggio centrale dell’appello del candidato, sostenuto da tutta la giunta e dal gran parte del consiglio (Nunzia Convertini, Stefano Coletta, Gianfranco Palmisano, Arianna Marseglia, Vito Cramarossa, Franco Demita, Donato Bufano, Romano Del Gaudio, Cataldo Leggieri, Maria Miali, Valentina Lenoci, Alba Lupoli, Giusi Carbotti, Giovanni Palmisano, Nicola Santoro, Angelo Ancona, Angelo D’Oria, Angelo Calianno, Giancarlo Quaranta) è proprio quello: il Pd di Martina deve essere autonomo nelle scelte, e non dipendere da Taranto (dove vige il mero e misto impero di Pelillo) e di Bari (dove spadroneggia il ras Emiliano). L’autonomia del PD di Martina Franca deve garantire ancora che chi ricopre ruoli istituzionali, risponda sostanzialmente a sè stesso. La differenza con l’altra mozione, che vede come candidata Gisella Marinuzzi (sostenuta dal marito, il consigliere Antonio Carriero, dall’assessore Pasculli), è proprio qui. La Marinuzzi è, pacificamente, l’”uomo” di Emiliano a Martina Franca. Gli auguri del commissario uscente Pentassuglia, sono evidentemente una formalità, dato che tutti i suoi hanno firmato per la mozione di Angelini.
Detto questo, arriviamo invece al punto: a chi importa che il PD vada a congresso? Negli ultimi anni non è stato altro che un comitato elettorale, che si attiva in maniera febbrile quando c’è da contarsi internamente, quando si va a votare, quando serve difendere gli interessi di questo o di quello (soprattutto di uno, diciamo). I comunicati stampa, gli appelli, la candidatura di due figure misconosciute della politica locale (Angelini è stato candidato con il MPA di Lombardo a sostegno di Muschio Schiavone – contro Franco Ancona -, alle scorse amministrative, Gisella Marinuzzi è stata vicesegretaria del Pd, ha organizzato un paio di convegni su tematiche sociali, ma non ricordiamo nessun intervento politico di sorta), non è che la dimostrazione che il partito deve rimanere quello che è: ad uso e consumo di chi detiene il consenso elettorale. Il Pd è il partito di maggioranza a Martina Franca e, tecnicamente, il segretario cittadino dovrebbe confrontarsi col sindaco in merito a scelte politiche, prospettive, progetti. Un segretario che abbia esperienza, che rappresenti qualcuno, quindi. Sarebbe vero, ovviamente, se i consiglieri non andassero ognuno per i fatti suoi, per esempio, e se non servisse mantenerli tutti buoni, pena la perdita di maggioranza in Consiglio. Il segretario, quindi, non è che una figura messa lì per riempire uno spazio, garantire la pax ducali, tanto che siamo certi che dopo il congresso, il Pd tornerà tranquillamente a dormire per non prendere decisioni, per non intervenire e non interferire in nessuna scelta. A non fare politica, insomma.
A conti fatti, a chi importa?
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