Congresso PD Martina Franca. Emiliano diserta. Marinuzzi rinuncia

Il governatore della Puglia Michele Emiliano alla fine non si è presentato al congresso del Pd di Martina Franca, organizzato a ridosso del referendum contro le trivelle, di cui Emiliano è stato tra i più accessi sostenitori. Il Pd martinese, impegnato nelle operazioni congressuali, non ha espresso un parere univoco sulla questione, lasciando liberi i propri iscritti.

Tornando al congresso, i lavori, che continueranno domani, vedranno l’elezione di Vincenzo Angelini, giovane imprenditore martinese, vittoria sicura dato il ritiro della contendente Gisella Marinuzzi. Secondo alcuni quest’ultima, non avrebbe raggiunto la soglia minima di firme, dodici, per presentare la candidatura. L’ex vicesegretaria ha inviato una lettera (di cui pubblichiamo alcuni stralci) in cui, però, denuncia il metodo con cui sono stati condotti i lavori pre-congressuali:

“La modalità ed il metodo con i quali si arriva all’indizione del nuovo congresso ripropone una inutile, quanto dannosa prova muscolare in spregio ai valori ed alla dignità dei rappresentanti politici ed istituzionali e degli iscritti del nostro partito. Apprendiamo che i cosiddetti “Garanti”, quindi super partes, sono – fatto gravissimo – diventati i giocatori della partita, abdicando al loro ruolo così da rendere nullo un percorso politico già incomprensibile e privo di momenti di confronto serio e di contenuti. Non si può, dunque, che invitare alla responsabilità e far sì che siano garantiti i diritti di tutti e rispettate le regole ed i valori democratici ignorati proprio nel momento più importante per un partito”. I garanti, però, sono nominati da Taranto, come tengono a precisare alcuni presenti stasera al Park Hotel San Michele. La Marinuzzi continua: “Di fronte a questo non si può restare indifferenti, delusi, distaccati e lasciare che si compia “un’operazione” di conta frettolosa che sfibra, frammenta e svuota ulteriormente il partito. Un Congresso gestito in queste condizioni, frustrando la coscienza politica di iscritti e simpatizzanti che hanno a cuore il rispetto dei valori fondanti del partito democratico non può, anzi, non deve andare avanti”.

Cosa propone, quindi, l’apertura di un confronto, che non si capisce bene dove e come si terrebbe: “Meglio fermare tutto e aprire un confronto serio che convinca tutti e soprattutto convinca i cittadini che si vuole un Partito davvero “Democratico” e non frutto di vecchie logiche all’occorrenza trasformate in “rinnovamento”. Per questo, quindi: “Di conseguenza, saremo costretti a ritirare la mozione, non partecipando a questo congresso politicamente delegittimato”.

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