Convegno anti-diritti. Martina Tre: Patrocinio, passo indietro per l’intera comunità

Anche l’associazione Martina Tre si schiera contro la scelta della Giunta di patrocinare l’evento del 25 aprile “Giù le mani dai nostri bambini”. 

Da sempre la nostra associazione è stata vicina a tematiche che abbracciano il senso civico, il rispetto, l’accoglienza e l’affermazione dei diritti.
Da tempo inoltre le nostre battaglie, che hanno visto la partecipazione della politica che amministra la città, sono votate ad un unico scopo: spingere Martina Franca, la nostra città, verso un elevato senso civico, mentalmente moderna ed aperta. Ossia una città che sia davvero a misura di tutti e che compia ogni volta piccoli passi verso la civiltà.

Vedere una iniziativa, il cui relatore principale si è autonomamente dichiarato omofobo, i cui seguaci hanno offeso la memoria dei Partigiani, paragonandoli all’Isis e hanno introdotto neologismi come “gaystapo” (e tanto altro), svolgersi il giorno 25 aprile, rappresenta per noi un grande passo indietro verso gli ideali che poco prima abbiamo menzionato. Proprio nel giorno della Liberazione da forme di governo che avevano tra i punti cardine del loro corso la persecuzione di ogni ideologia “diversa” da una standardizzata ed imposta.

Non saremo quelli che lotteranno per impedire che anche ideologie che riteniamo forse fuorvianti non abbiano diritto di parola. Sarà la legge a giudicare il tono delle parole usate, alle quali presteremo parecchia attenzione. Non saremo quelli che diranno: “questi non devono parlare”. Ci piace ascoltare e nel caso confutare. Ma mai negare, mai censurare. Come hanno fatto tanti altri, riteniamo che sia sufficiente affittare una sala di Palazzo Ducale ed aprirsi al dibattito. Il problema sta in quei due patrocini: Provincia e Comune.

Anche noi abbiamo usato toni forti. Lo abbiamo fatto quando abbiamo parlato di civiltà, quando abbiamo parlato di sangue infettato dall’inquinamento dell’Ilva, quando abbiamo combattuto per l’Ospedale, quando con guanti e mascherine abbiamo pulito scorci di città o quando, sfidando l’ignoranza di pochi, abbiamo accolto persone di altri continenti. Spesso lo abbiamo fatto senza patrocinio. Abbiamo pagato sale comunali e abbiamo discusso, stimolando il contradditorio come base del dialogo. Non lo abbiamo chiesto, spesso, perché ritenevamo non fosse un semplice simbolo, non fosse un jpeg da collezionare nella locandina.

Per noi il patrocinio è l’espressione stessa della nostra città e dei suoi valori. Non lo diciamo noi, ma lo stesso Regolamento del Comune di Martina Franca, da poco approvato in Consiglio Comunale, all’art.6: “ Il patrocinio rappresenta un riconoscimento simbolico e una forma di apprezzamento del Comune nei confronti di specifiche iniziative che abbiano particolare rilevanza per la comunità locale sotto il profilo sociale e/o culturale”.

Dunque, il Comune “apprezza” i contenuti di tali teorie? Cosa legittima, che nessuno di noi può mettere in discussione, ma vogliamo saperlo con certezza. Alla luce di un simbolo tanto importante, ugualmente concesso a manifestazioni di carattere indiscutibilmente diverso, ci chiediamo quale sia e dove sia la capacità di scelta di una Amministrazione “eletta per scegliere”, poiché per noi “città aperta” non è sinonimo di città che “apprezza” qualsiasi cosa. Una città aperta deve lottare per aprire le menti e stimolare le coscienze altrui al rispetto degli uguali diritti di tutti, anche contro chi cerca, con metodi propagandistici, di fare forse proselitismo per propri fini, siano essi economici o elettorali, utilizzando il vero e genuino sentimento popolare religioso, nel quale tanti di noi fermamente credono.

Né vale fare riferimento all’art. 21 della Costituzione, che sancisce il giustissimo e basilare diritto ad esprimere la propria opinione e manifestare il proprio pensiero. Una lettura obiettiva della carta costituzionale invece svela molto altro e pone delle limitazioni a tale libertà: “è ormai pacificamente ammesso che essa incontri, oltre a quello del buon costume, inteso come rispetto del comune senso del pudore, anche quelli derivanti dalla necessità di proteggere altri beni di rilievo costituzionale. In particolare, vengono in evidenza i limiti derivanti dalla tutela dell’onore e della reputazione della persona, desumibili dalla pari dignità sociale di tutti i cittadini (art. 3, co. 1, Cost.), i quali legittimano la punizione dei reati di ingiuria e di diffamazione, previsti agli artt. 594 ss. c.p.” (cit. Treccani)

Dunque il Comune è ancora sicuro di “apprezzare” e dunque patrocinare tale evento?
È doveroso precisare che la nostra opinione non lede la possibilità di esprimere il proprio parere a qualsivoglia esponente che desideri far tesoro di tali posizioni: risulta però ai nostri occhi discutibile che si utilizzino altresì immagini di bambini per esprimere tale parere, e che ce ne si serva per aumentare l’appeal sull’opinione pubblica di posizioni che diffondono solamente paura ed ignoranza. Anche noi abbiamo utilizzato l’immagine di un bambino. Era circa 5 anni fa, quando ci battemmo per evitare la chiusura del reparto di ostetricia del nostro Ospedale: c’era un neonato nella mano materna. Quel neonato e quella mano rappresentarono il simbolo di una lotta per guadagnare un diritto, quello alla Salute, e non per toglierlo ad altri.

Non vogliamo entrare nel merito della fantomatica teoria “gender”, perché riteniamo che nemmeno esista. Non ne facciamo un problema materiale, perché prima vogliamo ascoltare cosa i relatori diranno. Ne facciamo, invece, un gravissimo errore formale nella concessione del patrocinio da parte dei due enti e nella scelta di una data storica per tutto il popolo Italiano. Sapere che l’Amministrazione Comunale, alla quale abbiamo dato tanto in termini di contributi mentali, sociali ed economici “apprezza” tali teorie, non ci permetterà più di richiedere collaborazioni e patrocini, perché riteniamo che il senso del nostro contributo sia “diverso”. Non ci sentiamo “tutti uguali” e non vorremmo che il contenuto del nostro patrocinio sia minimamente paragonabile all’oggetto patrocinato in questione.

Riteniamo ci sia ancora il tempo per revocare il patrocinio e permettere in ogni caso che l’evento si svolga. Magari il giorno dopo. Saremo ben felici di prenderne parte e di poter dire la nostra dopo aver ascoltato con attenzione i relatori. Ci piace concludere con le parole, che sposiamo in pieno, del nostro concittadino Donato Carrisi: “Questa iniziativa è un attacco ai diritti delle persone e alla loro libertà e nessuno può parlare a nome dei bambini. Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee, purchè sia la verità, perchè altrimenti domani potremo ospitare il convegno sulle scie chimiche con la stessa leggerezza. Le teorie anti-gender sono un’invenzione di chi è contro, perchè non esiste un movimento, o un’organizzazione che affermi il contrario“.

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.