Omicidio Martino Aquaro, inutilizzabile la perizia su Semeraro

Quella di ieri è stata una giornata di importanti aggiornamenti per quanto riguarda il caso Martino Aquaro, il pensionato ucciso il 7 febbraio 2015 nella sua villetta a Martina Franca.

Così come riportato dalle colonne dell’edizione odierna della Gazzetta del Mezzogiorno, i termini per il decreto che ha disposto il giudizio immediato a carico del 32enne Angelo Semeraro sono stati rispettati e in ogni caso non è stato leso il diritto di difesa, ma l’incidente probatorio è nullo.

Il decreto era stato firmato il 2 febbraio 2016 dal Gip Tommasino, su richiesta del sostituto procuratore Perrone, ritenendo evidenti le prove a carico del Semeraro. Il legale Luigi Palmieri aveva quindi formalizzato un’ecce­zione preliminare rispetto ai termini del giu­dizio immediato, ottenendo però responso negativo dalla Corte d’Assise, che ha invece accolto l’eccezione sull’utilizzabilità dell’incidente probatorio a cui fu sottoposto Semeraro in quanto il 10 luglio, giorno in cui fu esaminato dal Gip il professor Francesco Scapati, secondo verbale Semeraro risultava assente nonostante avesse in realtà dato disponibilità a partecipare all’udienza.

Una pecca che ha quindi indotto la Corte d’Assise, a ritenere inutilizzabile l’incidente probatorio.

 

All’epoca il prof. Francesco Scapati aveva giudicato capace di intendere e volere il Semeraro (supportato in consulenza dal dottor Gimmy Carbotti) al momento del reato, tutte valutazioni che ora usciranno dal processo, anche se – secondo la GdM – la difesa ora chiederà di procedere con una nuova perizia.

Stando a quanto emerso dall’autopsia condotta dal medico legale Massimo Sarcinella, Aquaro sarebbe stato colpito più volte col manico di una scopa e con un coltello, con oltre 30 fendenti distribuiti sulla parte superiore del corpo, 5 dei quali avrebbero perforato il polmone destro. A scoprire il corpo fu la moglie della vittima, che lo aveva accompagnato in campagna per poi recarsi dai vicini. Ad un certo punto Aquaro avrebbe quindi scorto il Semeraro nei pressi della villetta, e da lì sarebbe partita una lite che avrebbe visto il pensionato morire sotto i colpi del 32enne martinese.

In realtà pesanti dubbi sarebbero addensati sul movente del delitto, visto che Semeraro nelle due testimonianze rese agli inquirenti ha fornito confessioni discordanti nonchè ricche di particolari differenti, sostenendo sempre e comunque di aver agito per legittima difesa, reagendo a “richieste in­sistite e insistenti” provenienti da Aquaro.

Prossima udienza il 28 giugno prossimo, per l’esame di tutti i testi della pubblica accusa.

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