La crisi politica a Martina Franca rischia di trascinarsi fino al commissariamento, se entro domani non si troverà una soluzione per riportare dentro Basile e Carriero, i due consiglieri PD che hanno votato contro l’ultimo rendiconto. Il rimpasto di giunta potrebbe essere la soluzione, ma il sindaco è disponibile solo dopo l’approvazione del bilancio. Nel dibattito finora è stato assente Donato Pentassuglia, uno dei “padri” politici di questa maggioranza consiliare, che si è tenuto ai margini. ValleditriaNews gli ha fatto alcune domande.
Una crisi che è esplosa nel giro di pochissimi giorni: “Tento di dare una mano per quanto possibile, perchè la veemenza e la forza con cui si è sviluppata la crisi è stata improvvisa e inaspettata. Nonostante come partito abbiamo provato ad aprire le porte, non ci sono stati segnali dall’altra parte, ma c’è da dire che non rispondevano nemmeno al telefono. Questa evoluzione mi lascia perplesso. In Consiglio, Basile so che non avrebbe votato i debiti fuori bilancio, perché non l’ha mai fatto, ma chi dice che per impegni di lavoro non può esserci in prima convocazione, e poi si presenta comunque…”.
Esiste una crisi politica e una amministrativa: “Bisogna distinguere i livelli. Il sindaco ha già dato le sue risposte e noi stiamo facendo un lavoraccio per risolvere. L’unica cosa che non sto apprezzando sono gli argomenti utilizzati per fare populismo e demagogia in consiglio, parlando dello scibile umano, denigrando il lavoro degli altri che non solo non si conosce, ma con l’avvallo di un pezzo del Pd, come fanno i due che non hanno votato il consuntivo. Fatti che accadono proprio ora che la città ha riscoperto una capacità propulsiva, nuove figure politiche. Spero che si trovino le condizioni per ristabilire un dialogo, e che comunque ci sono margini per dare un contributo da parte di tutti gli eletti”.
Un commissariamento farebbe male alla città: “Vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che si viene eletti per rappresentare la città, non per assumere iniziative che vanno contro la città, perché un commissariamento in questa fa è più dannoso rispetto a quelli precedenti. Nell’ultima settimana abbiamo sbloccato diverse risorse, che non potrebbe fare un commissario che viene due volte a settimana, facendoci perdere risorse importanti”.
Alcuni sostengono che la crisi affondi una delle radici nella politica provinciale, ma Pentassuglia non sembra essere d’accordo: “Ognuno è intelligente e deve metterci del suo, riscoprendo una consapevolezza del proprio valore, che magari non sa di avere. Come consigliere comunale hai la possibilità di fare qualcosa per la tua città, non per affossarla. Sono problemi di Martina e vanno risolti a Martina, non ho nemmeno il tempo di pensare a questo”.
La soluzione a cui sembra aspirino tutti è un rimpasto di giunta, che dia spazio a l’anima del Pd autoesclosasi dal congresso e che contemporaneamente metta un po’ in disparte i “bambini” (Coletta e Palmisano): “Come Pd siamo disponibili a discutere ogni cosa, ma a condizione che si tenga conto del valore democratico del voto dei cittadini. Proprio per questo come partito abbiamo scelto di inserire in giunta solo persone elette, perché il voto lo rispettiamo. La discussione deve stare all’interno di tutta la coalizione che sostiene un progetto politico, garantendo comunque al sindaco la prerogativa di scegliersi una squadra. Ci sono i margini per trovare una soluzione seria e concreta”. Se qualcuno dovrà fare un passo indietro, sembra sostenere Donato Pentassuglia, dovrà essere chi non è stato eletto, riducendo la possibilità di scelta, andiamo per deduzione, al vicesindaco Lasorsa e all’assessore alle attività culturali Scialpi. Quest’ultimo, in quota al sindaco, potrebbe essere l’unico disposto davvero a sacrificarsi in nome dell’unità, magari lasciando lo spazio a Gisella Marinuzzi, moglie del consigliere dissidente Antonio Carriero, competitor di Angelini al congresso del Pd, così come si vocifera nei corridoi di Palazzo Ducale.
In tutto questo si inserisce il caso di Martino Miali, che rompe col centrodestra e si mostra disponibile ad entrare in maggioranza. Pentassuglia non dimostra di gradire particolarmente questa opportunità: “Non dobbiamo permettere che nella discussione si inseriscano elementi esterni, perché servono solo per spaccarci e qualcuno, devo dire, è caduto nel tranello. Spero che non ci sia un disegno politico ad hoc, perché sarebbe molto grave per e persone che lo attuano e per la città“.
L’altra radice della crisi fa riferimento al rapporto tra Consiglio e Giunta, quest’ultima composta da giovani figure politiche che hanno saputo destreggiarsi e emergere: “I giovani hanno una marcia in più, un diverso entusiasmo. Quando parliamo di patto generazionale, parliamo di stare insieme, di trasferire al più giovane l’esperienza, non frenarlo ma rallentare su alcuni temi, avere più attenzione, significa stare insieme e creare quel giusto entusiasmo che consente di inaugurare tanti parchi giochi, tante strade. Ad alcuni sta venendo la paura che si facciano le inaugurazioni, perché la città potrebbe vivere una nuova stagione, ma tutti ci hanno lavorato”.
Quale soluzione concreta propone il consigliere regionale? “C’è spazio perché tutti trovino il proprio posto da protagonisti in questo rush finale fino al 2017, riscoprendo le ragioni di uno stare insieme. Politicamente, comunque, è assurdo votare contro un rendiconto che risale al 2015. A meno chè non ci si assuma fino in fondo le proprie responsabilità, sancendo la fine di questa esperienza”.
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