“Taranto è una città bellissima, accogliente e inclusiva. Una voce stonata non può e non deve sporcare le meraviglie che la nostra città ci regala ogni giorno. L’ho già detto in passato e non smetterò mai di ripeterlo”. Inizia così la mail che Pignatelli ha voluto girare alle testate giornalistiche, per spiegare l’accaduto e ringraziare tutti coloro che hanno dimostrato vicinanza e condannato l’aggressione.
“Ringrazio gli amici della sezione ANPI di Martina Franca – si legge ancora – per il comunicato che hanno diffuso a mezzo stampa poche ore fa e le numerose associazioni, i movimenti e i singoli che mi hanno dimostrato la propria vicinanza in questa giornata”.
Continua la mail di Pignatelli che si lascia andare a riflessioni personali sull’accaduto, dimostrando come sempre lucidità e amore per una città che, nonostante l’accaduto, ritiene meravigliosa. Eppure non è la prima aggressione che riceve. “Episodi come quello che si è consumato stamattina (ieri 24 giugno ndr) mi squarciano l’anima e mi logorano cuore e mente. Non si è mai sicuri di fare la scelta giusta e mezzi come i social spesso rappresentano un’arma a doppio taglio. Condividere emozioni, che poi saranno giustamente oggetto di critiche, o rispettare un rigoroso silenzio stampa? Comunicare a caldo la propria amarezza ed il proprio dolore del corpo e soprattutto dell’anima o meditare circondati dagli affetti più cari? Ero davvero combattuto, ma poi i soccorritori, gente comune che vive o lavora sull’isola pedonale, mi hanno convinto a digitare il 112.
Il primo pensiero che mi è balenato nel cervello, nel brevissimo tempo d’attesa della volante, è stato condiviso sulla mia pagina fb: ‘Nonostante tutto, io amo questa città. Un grazie infinito ai titolari di Stefanel, Golden Point, Geox, Tata, ai passanti, agli agenti della polizia e a tutti coloro i quali mi stanno dimostrando la propria vicinanza’.
Dopo i primi accertamenti degli agenti della polizia, la tristezza ha lasciato spazio all’ironia: ‘Più volte mi era stato detto che ho la testa dura, ma avevo bisogno di farmela sbattere contro la vetrina di un negozio in pieno centro per credere a quelle parole.’ E pochi minuti dopo, ha fatto seguito, sempre sulla pagina facebook, il resoconto dell’accaduto: ‘Purtroppo questo è uno stato in cui se ti dicono che sei venuto così perché tua madre è una zoccola e tu reagisci per difendere colei che ti ha messo al mondo, alcuni individui si arrogano il diritto di inseguirti, strapparti gli abiti di dosso, umiliarti, sbatterti la testa contro una vetrina in pieno centro, sferrarti tre pugni e scaraventarti per terra dolorante. Ma tu hai la scorza dura e mentre sei al pronto soccorso, speri di far presto, perché vuoi farti una nuotata prima di andare alla presentazione di un libro molto interessante, la cui lettura sarebbe utile a quei pochissimi individui fuori dal mondo. Viva la vita!’
‘Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di coloro che compiono azioni malvagie, ma per coloro che osservano senza dire nulla.’ Albert Einstein docet. Il tam tam della notizia sulla rete è stato virale ed immediate sono giunte le innumerevoli attestazioni di solidarietà da parte della segreteria nazionale di Arcigay, della circoscrizione Puglia di Amnesty International, del corpo docenti dell’I.I.S.S. Liside di Taranto, con cui collaboro da anni, e di tantissime associazioni e di migliaia di amici da tutta Italia”.
Lascia un commento