Da Martina alla Serie A. L’occasione sprecata dal calcio martinese

Dai campi di Maruggio alle giovanili delle squadre di A e B. Gli Allievi Nazionali guidati da Piergiuseppe Sapio hanno fatto valere il proprio talento e ora si misureranno con i più bravi. Un’occasione mancata dal calcio martinese, la cui fiamma è per ora ridotta al minimo, con due squadre che giocheranno rispettivamente in Prima e in Seconda Categoria. “Non è mai successo che il Martina cedesse i propri giocatori alla serie A o B”, ci dice Sapio, che starebbe firmando un importante contratto per guidare lo scouting di un club della serie cadetta “e fino a prima delle finali a cui abbiamo partecipato, nessuno ci ha mai tenuto in considerazione. Solo verso la fine, quando il nostro valore era indiscusso, sono saliti sul carro dei vincitori, con i dirigenti che si venivano a fare la passerella sugli spalti“.

L’investimento iniziale è stato di centomila euro: “Vorrei chiarire che la società del Martina non ha messo una lira” ci dice Sapio “il costo dell’ultima stagione è stato di centomila euro. Ho fatto da solo e con il sostegno di Melpignano del Molo Sant’Eligio. Devo dire grazie anche a Studio 100 che ha coperto tutte le partite“. “Ora li abbiamo ceduti a parametro zero, ma l’accordo con la società era che una volta ceduti avremmo fatto a metà“, continua l’ex responsabile del settore giovanile biancazzurro,  che continua: “Abbiamo ceduto circa quindici giocatori tra i professionisti, il cui valore totale è di quattrocentocinquantamila euro“.

In serie A: Simone Diana, al Pescara; Valerio Cardamone al Torino; Alessandro Mazza al Palermo, Francesco Mazzella al Napoli e Raffaele Verdicchio all’Empoli. In serie B: Roberto Iezzi alla Pro Vercelli e Francesco Feliciti al Vicenza.

Sapio era stato indicato anche come possibile futuro del Martina professionista, prima che fosse definitiva la scelta societaria di non iscrivere la squadra. Secondo quanto ci racconta la sua proposta era investire per l’iscrizione e poi fare cassa con qualche vendita a gennaio. Solo che c’erano troppi debiti: “Solo per le ultime tre mensilità di stipendi, ci sarebbero voluti settecentomila euro. Poi c’erano le cartelle fiscali. Debiti per oltre un milione. Se ci fosse stata la volontà di continuare, avremmo potuto cedere alcuni cartellini, come Verdicchio e Diana, che hanno un valore di centomila euro l’uno. Ma rischiavo di iniziare la stagione e non finirla”, conclude Sapio.

 

 

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