Brevetta la Macchina Gravitazionale ma il Ministero respinge tutto. La storia di Mario Locorotondo

Sin dall’alba dei tempi uno dei sogni dell’uomo è sempre stato quello di creare l’energia infinita. Con la rivoluzione industriale e l’era delle macchine questo mito si è scontrato con la realtà, fatta di carburante, olio combustibile e carbone, fonti di energia finite e soprattutto inquinanti.

Con il nucleare la componente inquinante è cresciuta a dismisura, stante il forte potere radioattivo delle scorie, che mantengono il loro potere nocivo per tempi biblici.

In questi anni tanti sono stati i tentativi di costruire dei marchingegni in grado di fornire energia pulita per tempi lunghi. Tanti i fallimenti, tante le promesse non mantenute ma anche tanta la voglia di mettersi alla prova con la fisica.

E la Gazzetta del Mezzogiorno racconta di un tentativo tutto “made in Valle d’Itria” realizzato ad Alberobello dal 74enne Mario Locorotondo, autore di Meccanismo Gravitazionale, la macchina che a suo dire è in grado attraverso la forza di gravità di produrre un moto quasi perpetuo, almeno fino all’usura delle parti che la compongono. Un moto ad esempio in grado di alimentare generatori di energia elettrica, della quale l’uomo moderno è sempre più ingordo.

“Io credo di poter risolvere radicalmente il problema energetico e di poter ridurre drasticamente l’inquinamento”, ha dichiarato Locorotondo alla GdM, mentre mostrava la sua macchina, formata da elementi rotanti e leve che si attivano autonomamente, generando un moto che non ha bisogno di ausili esterni ma solo della forza di gravità.

Insomma, una macchina perfetta, almeno sulla carta. Carta sulla quale si poggia la richiesta di brevetto – che vorrebbe cedere anche a titolo gratuito a scuole o enti – inviata a Roma al Ministero dello sviluppo economico che ha rigettato tutto, sostenendo che Meccanismo Gravitazionale non possiede “i requisiti di brevettabilità in quanto trattasi di moto perpetuo e privo, quindi, del requisito di industrialità”, in quanto “un dispositivo capace di produrre lavoro senza dissipare è in evidente contrasto col principio di conservazione dell’energia”.

A quella che suonava come la bocciatura dell’ennesima macchina “impossibile” il 74enne alberobellese ha risposto diffidando il Ministero dal considerare la sua macchina come un moto perpetuo. “La macchina – ha dichiarato l’inventore ai microfoni della Gazzetta – appartiene alla categoria delle macchine semplici e si differenzia dalle altre perché alimentata dalla sola forza di gravità”. Non ci resta che attendere la contro risposta da Roma.

(foto Gazzetta del Mezzogiorno)

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