Sala piena ieri sera a Villa Mitolo per il dibattito pubblico organizzato dalla testata locale Agorà sulle ragioni del Sì e quelle del No del prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre.
Tre campioni da un lato: Giuseppe Conte, Antonio Salamina e Vittorio De Michele, e tre dall’altro: Antonio Laghezza, Mauro Crovace e Pino Lodeserto. Nessuna figura istituzionale, nessun illustre ospite, nessun imbonitore di piazza solo un moderatore: Antonello Pentassuglia.
Sei “cittadini” certamente riconducibili ai contrapposti schieramenti, ma anche animatori dei contrapposti Comitati. Sei domande sui nodi cruciali della Riforma Renzi-Boschi in un animato dibattito che i relatori hanno portato immediatamente fuori da schemi, regole, tempi cronometrati, argomentazioni preconfezionate, ripartizione dei ruoli, in altri termini, un confronto libero e aperto.
Nel corso della serata, non a caso sono secondo chi scrive, stati pochi gli slogan, che sono da sempre il cavallo di battaglia del Premier Renzi, in sordina la propaganda partitica, annullate anche le promesse salvifiche e le paure autoritarie del dopo Referendum. Sul piatto due opposte visioni: le speranze del “Sì” di un cambiamento che viene auspicato da anni e le preoccupazione di un “No” a una Riforma che distorce e modifica la nostra Costituzione.
Più animato il pubblico che non lesinava applausi ai propri campioni e talvolta intollerante alle posizioni avverse. Barra dritta dei relatori che si districavano tra tecnicismi e richiami storici, anche di tempi alquanto recenti. Insomma, un confronto civile, si potrebbe dire, che non ha avuto timore di posizioni eretiche che hanno messo in risalto una innegabile onestà intellettuale di tutti partecipanti al confronto.
Due ore di dibattito con alcuni affondi del fonte del “No” che hanno fatto vacillare le ginocchia della parte del “Sì”: la citazione del Manifesto dei Valori del PD, fatta da Mauro Crovace, che richiama a non toccare la Costituzione a colpi di maggioranza e il gancio basso di Antonio Laghezza quando ha messo a confronto alcune citazioni dei Padri Costituenti del ’48 e quelle del Governo attuale. E’ stato il finale di serata che ha protratto il dibattito in piccoli capannelli esterni che dimostrano come questo Referendum stia lacerando non solo il Paese, ma anche vecchie amicizie.
Una cosa certamente va annotata a margine di questo evento politico: le differenze politiche del fronte del “No” – che si prestavano a facili speculazioni polemiche – hanno saputo fare sintesi migliore degli argomenti, superando la faziosità che dilaga dagli schermi televisivi. Anche il Movimento 5 Stelle, rappresentato da Pino Lodeserto, ha mostrato un’apertura al confronto dialettico che non è argomento scontato di quel Movimento.
Se parlare della Costituzione non è argomento certamente accattivante, il confronto civile ha dato il suo meglio per avvalorare le ragioni di ciascuno. Anche se ognuno parlava al suo pubblico, il resto del Paese dov’era? E soprattutto dov’è quella nebulosa delle Campagne che si anima solo nei momenti delle elezioni politiche? Lo si vedrà il 5 dicembre, the day after, quando sul piatto della bilancia politica locale saliranno i vincitori.
Per il momento il match condotto magistralmente da Antonello Pentassuglia ha visto la vittoria ai punti del fronte del “No”.
Poi, naturalmente, ognuno potrà mistificare la realtà e dare un giudizio diverso.
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