Un attacco continuo nei confronti di Franco Ancona e della coalizione di centrosinistra da parte dei candidati o dei politici più esperti della coalizione di Pizzigallo. Una cantilena ripetuta dal microfono che ha raccolto pochi e timidi applausi dalla piazza, comunque piena. Sembra aver assistito a due comizi diversi. Prima il candidato sindaco Pizzigallo, che ha cercato di spiegare i punti programmatici, supportato da foto e filmati che scorrevano alle sue spalle. Quindi il turno di due candidate giovani e quindi i grandi vecchi della politica locale: Giandomenico Bruni, Michele Muschio Schiavone e Gianfranco Chiarelli.
Dal palco di una Piazza XX Settembre piena, ma non troppo, Pizzigallo ha citato Papa Francesco e Pirandello, tentando di spiegare quali sono i punti programmataci. L’appalto per i rifiuti, innanzitutto, ma come prioritaria la riqualificazione di Piazza d’Angiò, che dovrebbe diventare porta d’ingresso alla città, quindi un project financing per il campo del Pergolo e un nuovo approccio al traffico “che favorisca meno l’utilizzo dell’auto”. C’è tempo anche per difendersi dalle accuse sull’aperitivo offerto in piazza ai giovani: “era analcolico”, e quindi l’invito a chi sostiene di aver avuto grandi maestri di “andare a ripetizione”. Infine legge una lettera che suo figlio avrebbe indirizzato al padre qualche mese prima dell’inizio della competizione elettorale. Compito, educato, e quasi in imbarazzo a dover alzare i toni.
Dopo di lui, che stranamente ha avuto il compito di aprire il comizio e non di chiuderlo, Michele Muschio Schiavone, che ha impiegato il proprio tempo attaccando Ancona, tanto da fare appello alla città: “Aiutateci a liberare la città da Ancona, Micoli e Scialpi”. Al netto della posizione politica, c’è da far notare che Muschio ha riferito una serie di cose che non ci risulta corrispondano a verità. In particolare sullo sblocco di via Locorotondo, avvenuto solo grazie all’intervento di Emiliano e non del Commissari Prefettizio e sulla questione (collegata) del blocco dei lavori del depuratore, cosa che non è stata favorita da Ancona, anzi, l’ex sindaco ha usato tutta la sua influenza per accelerare un processo, infischiandosene del confronto con i cittadini su una questione così delicata.
Giandomenico Bruni, urlante, invita Scialpi a specificare a chi si riferisce quando parla di “piovra” (un invito che sinceramente condividiamo). “Ancona non l’ho votato nel 2012, ho la coscienza pulita”, riferisce dal microfono Bruni, già candidato sindaco sconfitto nel 2007, con una coalizione di centrosinistra. L’avvocato infine fa appello alla piazza: “Siamo i Macron di Martina Franca”.
Il deputato Gianfranco Chiarelli, ultimo a parlare, viene accolto con un tifo da stadio. Anche l’onorevole impiega buona parte del suo intervento ad attaccare Ancona e i suoi, tanto che ad un certo punto non abbiamo compreso se l’odio politico nei confronti dell’ex sindaco sia un collante per la coalizione o semplicemente non ammettono una possibilità per Pino Pulito, che comunque sembra essere molto presente in città. Chiarelli ritorna sulla questione minestrone: “Meglio un minestrone di una minestrina riscaldata”. E quindi l’affondo: “Noi il candidato sindaco non l’abbiamo subito, l’abbiamo scelto, a differenza di tanti candidati suoi che fino al giorno prima non lo volevano”. L’onorevole punta il dito anche contro l’assenza di Ancona all’incontro con il ministro De Vincenti.
In sintesi, la coalizione di Pizzigallo respinge le accuse al mittente, alzando i toni dello scontro elettorale e concentrandosi molto, forse troppo, verso Franco Ancona, a differenza di un candidato sindaco, Pizzigallo, lasciato da solo a spiegare nel concreto quali sono i progetti per la città.
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