Settembre, mese di bilanci post-estate. Il movimento “Visione Comune” – attraverso il segretario Claudio Cavaliere – traccia un personale resoconto della stagione appena conclusa e che secondo alcuni quotidiani ha visto Martina Franca incoronata come “regina del turismo”:
La fine dell’estate e lo sminuire dell’afflusso turistico che ha interessato la citta di Martina Franca, accanto all’innegabile soddisfazione per i risultati raggiunti, porta con sé anche un ventaglio di domande e un caleidoscopio di immagini e sensazioni che, facendone tesoro, non potranno che apportare nuova linfa ai progetti che l’Amministrazione comunale ha per lo sviluppo del nostro territorio. I dibattiti principali si sono incentrati sul Centro Storico, anche grazie alla stampa che ha voluto e saputo opportunamente stigmatizzare le tematiche legate a quello che rappresenta il “cuore” della nostra città o, addirittura, come è stato definito, in parte giustamente, “una città nella città”. Il dibattito principale, alimentato anche dalle tante proteste giunte da parte degli abitanti di quella che veniva tempo fa definita la Città Vecchia, si è incentrato sulla convivenza tra la cosiddetta movida e le necessità di abitabilità dei residenti; contraddizione apparentemente insormontabile, se solo non si provasse ad immaginare una gestione politica della città, coerente con il programma per l’attuazione del quale questa Amministrazione è stata eletta e che, come è naturale che fosse, è stato tradotto negli Indirizzi Generali di Governo.
Tuttavia, nell’immaginare il futuro del Centro Storico, l’errore più banale che può essere commesso è ritenerlo un‘entità a sé stante, dissociata dalla città e, quindi, destinatario di politiche “altre”; fino a giungere a quella definizione che, a mio parere, rappresenta il “nobile suicidio” del nostro nucleo antico, ovvero “il salotto buono della città”. Ogni luogo della città, ogni forma di aggregazione urbana, ogni agglomerato sociale ha la sua particolarità. Secondo questo principio, è impensabile che un’Amministrazione possa adottare politiche standardizzate che non tengano conto delle varie specificità. In base a ciò, il Centro Storico ha necessità di una politica appropriata, ma non meno di quanto ne possa aver bisogno la Zona Industriale, o le zone commerciali o l’agro. E, comunque, tutte tra loro assolutamente coordinate in un’unica visione coerente di città.
Insomma, aldilà dei titoli più o meno attinenti alla realtà che viviamo, come “Città dei bambini”, “Città del Festival”, “Città d’arte e di cultura”, “Città che legge”, dobbiamo dirci cosa deve essere Martina Franca. E, sulla base di ciò, costruire una identità riconoscibile, che ne faccia il proprio principale biglietto da visita nel mondo e che, al tempo stesso, ne scandisca la vita interna. Magari insieme agli altri comuni della Valle d’Itria.
Solo se ragioniamo in questi termini, possiamo creare la visione e, di conseguenza, le regole perché il Centro Storico riesca a trovare il suo equilibrio e, all’interno di questo equilibrio, riesca ad essere ugualmente attrattivo tanto per i turisti, quanto per i cittadini, quanto per i residenti. Per fare ciò, occorre adottare quanto prima alcuni strumenti, che possano regolamentare lo sviluppo del Centro Storico in maniera coerente con il proprio stile. Parlo, per esempio, della ZTL che dovrà avere la capacità di “svuotare” le strade e gli antichi vicoli dalle auto, evitando nel contempo di creare disservizi agli abitanti e garantendo loro una possibilità facilitata di parcheggio. Parlo, per esempio, del Piano Strategico del Commercio e della relativa creazione dei Distretti Urbani del Commercio, sul quale l’Assessorato allo Sviluppo Economico sta lavorando alacremente e che presto verrà adottato. Tale strumento delinea, nello specifico, le politiche commerciali che devono essere adottate nella nostra città, destinando al nostro Centro Storico una funzione di attrattiva sostenibile, culturale e gastronomica, nel rispetto della mission della nostra città.
Una volta individuata la visione, una volta create le condizioni perché tale visione sia attuata e le regole che la preservino, il resto dovrà venire da sé. Certamente chi deciderà di investire economicamente nel Centro Storico, dovrà farlo nel rispetto delle regole che la Città si è data e, nella definizione del proprio piano di business, dovrà adeguarsi, facendone un punto di forza, alla identità che Martina Franca vorrà darsi. Deve essere la visione politica che deve modificare i comportamenti, non il contrario.
Il nostro Movimento è già al lavoro perché, coerentemente con l’attività che sino ad ora abbiamo svolto, continuerà nell’azione di mettere in rete i cittadini con l’Amministrazione, creando luoghi di confronto nei quali, insieme, si programmi la realizzazione della città che vogliamo. Ci pare questo l’unico modo per contrastare le semplificazioni populistiche, da dovunque provengano, che alla forza delle idee e dell’incontro antepongono slogan ed individualismi.
Lascia un commento