Quanto si spende nei comuni della Valle d’Itria per il gioco d’azzardo? Ce lo dice il rapporto del gruppo Gedi Visual, che da qualche anno raccoglie i dati ufficiali su tutti i giochi gestiti dai Monopoli di Stato. I dati aggiornati al 2017 parlano di un paese spezzato a metà: l’Italia che dedica più risorse all’azzardo è concentrata soprattutto al nord e gli studi di Gedi Visual smontano inoltre un luogo comune, non sono infatti solo gli strati più bassi della popolazione a soffrire di ludopatia ma c’è invece una stretta correlazione tra la spesa in giochi d’azzardo e il reddito medio pro-capite: più è alto quest’ultimo e più si gioca. I dati certamente generalizzano, non entrano nello specifico dei singoli casi ma aiutano comunque a capire quanto il problema del gioco d’azzardo non sia locale, bensì nazionale.
Il comune che spende di più in Italia è Caresanablot, comune italiano di 1.132 abitanti della provincia di Vercelli che spende la somma record di 28mila euro pro-capite, circa 5 mila euro in più del reddito medio pro-capite dei suoi cittadini. Un primato che, anche quest’anno, è fortemente influenzato dalle spese per slot machine (AWP e VLT).
Per il centro-sud la regione che spende di più è l’Abruzzo, con una spesa media di circa €1.500 euro pro-capite. Un dato che si riflette nelle cifre record di Scurcola Marsicana e Rocca San Giovanni, rispettivamente ottavo e nono nella classifica dei comuni italiani per l’azzardo.
In Valle d’Itria si spende tanto, ma ci sono comuni più virtuosi e altri meno. Martina Franca rientra nella seconda categoria (809° posto assoluto su quasi 8.000 comuni) soprattutto per la diffusione delle slot machine, infatti è l’unico comune in cui il numero è aumentato dal 2016: quell’anno erano presenti in città 274 “macchinette”, nel 2017 si è invece arrivati a 343. Un dato che fa riflettere, assieme ad altri due: il consiglio comunale ha rimandato pochi giorni fa la discussione del regolamento comunale per la ludopatia, il tutto mentre la prima azienda della Valle d’Itria per fatturato (240 milioni di euro all’anno) si occupa appunto di gioco online ed è a Ceglie Messapica.
Basterà un regolamento a mettere un freno alla spesa media pro-capite, passata da 870 euro nel 2016 a ben 1.531 euro nel 2017?
Di seguito tutti i dati relativi ai comuni della Valle d’Itria (clicca qui)
Comune | Abitanti | Reddito medio pro-capite 2017 | Spesa media pro-capite 2017 | Spesa media pro-capite 2016 | Posto nella classifica nazionale 2017 (su 7954) | Soldi totali spesi nel 2017 (mln) | Soldi totali spesi nel 2016 (mln) |
Martina Franca | 48.786 | 15.514,74 | € 1.531,00 | € 870,00 | 809 | 74,7 | 42,69 |
Ostuni | 31.197 | 15.966,53 | € 1.216,00 | € 581,00 | 1.308 | 37,95 | 18,11 |
Alberobello | 10.725 | 15.580,46 | € 816,00 | € 422,00 | 2.649 | 8,75 | 4,54 |
Cisternino | 11.553 | 14.613,04 | € 880,00 | € 499,00 | 2.367 | 10,17 | 5,79 |
Locorotondo | 14.190 | 15.199,11 | € 1.328,00 | € 814,00 | 1.096 | 18,86 | 11,53 |
Ceglie Messapica | 19.833 | 13.035,93 | € 1.162,00 | € 742,00 | 1.434 | 23,05 | 14,83 |
TOTALE | 136.284,00 | 173,48 | 97,49 | ||||
MEDIA | € 14.984,97 | € 1.155,50 | € 654,67 |
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