L’ENPA (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali), sezione di Martina Franca, ha richiesto al Sindaco Franco Ancona di emanare un’ordinanza per vietare l’autorizzazione di spettacoli che prevedono l’utilizzo di animali sul territorio comunale.
“La nostra è una società contraddittoria – si legge nel comunicato stampa dell’ente inviato alle testate giornalistiche -, dove tutto ciò che un tempo non si vedeva prende forma, contenuto, immagine e lentamente plasma le coscienze. Non ci sono animalisti e umanisti, ma persone con una sensibilità maggiore ed altre che invece fanno girare il mondo attorno ai loro bisogni personali, giustificando così tutto ciò che crea piacere con i più svariati motivi. Il circo con gli animali è oggi l’esempio più classico di un mondo che non dovrebbe più esistere, ma che invece vive e guadagna in ogni parte del pianeta grazie allo sfruttamento di ogni risorsa che senza difese può essere utilizzata, plasmata e portata all’alienazione.”
“È un discorso – si legge ancora – che vale per qualsiasi creatura che abita questa terra, umana e animale. Purtroppo lo sfruttamento dei ‘senza voce’ è un fenomeno immenso ed è più facile per noi occidentali vedere quello sugli animali perché non ci sono multinazionali che girano platealmente con tendoni dove si dà esempio di come bambini, uomini e donne possono ancora vivere senza libertà, costretti a lavori massacranti, oggetto magari di pubblicità dove grandi fondazioni propagandano una presunta felicità e benessere costruito in terre dove anche l’ultima goccia d’acqua viene tolta dalle bocche assetate di chi vi abita, di chi vi è nato. Gli animali sono in un certo senso i portavoce in questo nostro occidente delle brutture di un sistema in cui c’è chi guadagna e c’è chi è sfruttato. Nessun animale è stato creato per vivere nelle gabbie, come nessun uomo nasce per essere privato della sua libertà. Non esiste essere vivente che goda della privazione della sua terra, del suo habitat, del suo DNA che non si perde nemmeno dopo generazioni di schiavitù. Chi ancora tra i circensi afferma che gli animali vivono felici nelle gabbie parla come i grandi latifondisti che a cavallo passavano tra le piantagioni di cotone affermando che gli uomini e le donne di colore amavano vivere all’aria aperta, che non erano adatti per lavori comuni negli uffici e nelle fabbriche dei bianchi.”
Una battaglia che a novembre 2017 ha raggiunto l’apice con l’approvazione della legge delega di riordino del settore dello Spettacolo che prevedeva un “graduale superamento” dell’utilizzo degli animali nei circhi. Da allora però il nulla. La legge, così come è stata approvata e pubblicata, prevedeva “entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente” l’adozione di uno o più decreti legislativi, ovvero di atti che delegano il governo a mettere in pratica la riforma. Decreti legislativi che non sono mai arrivati, un po’ perché quando venne approvata si era già in campagna elettorale e un po’ perché, dalla nascita del nuovo governo giallo-verde le priorità si sono spostate sui migranti. Così la legge delega sul riordino degli spettacoli è passata in secondo piano. Nei mesi scorsi, il Ministro delle Attività Culturali Alberto Bonisoli ha annunciato di essere al lavoro per realizzare nei primi mesi del 2019 il Decreto attuativo della Legge del 2017 sullo spettacolo attaccando però il governo passato che in due mesi avrebbe dovuto fare quello che il nuovo governo non è riuscita a fare in un anno: “La legge esiste – ha dichiarato il Ministro -, ma il governo precedente non ha provveduto a fare i decreti attuativi, ovvero quegli strumenti normativi che permettono a quella legge di diventare operativa”.
In realtà il problema è che M5S e Lega la pensano in maniera differente, i pentastellati vorrebbero il divieto immediato dell’utilizzo degli animali negli spettacoli, mentre la Lega è contraria all’abolizione. Un po’ come nel tema della caccia, che alla Lega piace tanto.
In questo contesto le singole azioni dei comuni possono assumere una valenza diversa: “La battaglia per liberare gli animali dai circhi – si legge ancora nel comunicato dell’ENPA – non è la battaglia degli animalisti, è la battaglia degli uomini e delle donne civili che non si girano dall’altra parte quando vedono una creatura che soffre. Viviamo in un mondo dove una minoranza vive sfruttando le risorse di una maggioranza che sopravvive a stento. Gli animali fanno parte di questa maggioranza e noi che protestiamo di quella minoranza che non riesce a sentirsi privilegiata nello star fuori dalle gabbie. Il circo con gli animali non ha motivo di esistere e grazie a Dio ci sono comuni in Italia che hanno cominciato a dare un senso alle tante parole come libertà, resistenza, rispetto, uguaglianza. Il coraggio delle idee è nullo davanti alla mancanza di osare delle azioni. Poco importa noi siamo qui a dire che tutti hanno diritto alla libertà e che chiunque goda nello spettacolo della sua privazione fa parte di un mondo lontano da Dio.
“La nostra città – conclude l’ENPA – basa la sua storia sulla figura di San Martino di Tours, che divise il suo mantello per aiutare un mendicante. Un esempio che da secoli ha contraddistinto la vita quotidiana di un popolo laborioso, solidale e rispettoso del prossimo come quello di Martina Franca. Questo sarebbe un grandissimo segnale per le generazioni future, per il rispetto di ogni forma vivente che sia animale o umana, sarebbe un gesto fondamentale per l’accrescimento della cultura del rispetto dei nostri bambini e dei nostri concittadini. Questa ordinanza sarebbe un gesto con un valore enorme, in particolar modo in un periodo storico, come quello in cui viviamo, dove l’intolleranza e la mancanza di rispetto verso il prossimo, che sia uomo o animale, avanza senza freni”
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