I lavori di ristrutturazione di Palazzo Ducale, iniziati a gennaio scorso, stanno portando alla luce importanti novità, tra le quali la “scoperta” di una scala di collegamento, murata durante la lottizzazione di Palazzo Ducale risalente alla prima metà del 1800 e alcune anfore dipinte a tempera. I lavori, condotti dalla ditta Geo.Ga. di Taranto e coordinati dall’architetto Gianfranco Aquaro e dalla restauratrice Maria Di Capua, in coordinamento con Carmelo Di Fonzo, responsabile della Sovrintendenza di Taranto, proseguiranno fino a primavera inoltrata.
“I lavori che stiamo realizzando riguardano i due piani ammezzati – racconta l’architetto Gianfranco Aquaro, direttore tecnico dei lavori – sia del lato est che del lato ovest. Stiamo riprendendo le ultime due sale del piano nobile, che non erano state oggetto di restauro, l’altare della cappella e stiamo restaurando gli infissi. Inoltre lavoreremo nell’archivio, all’ultimo piano”.
Dove prima era l’ufficio ambiente, il lavoro è quasi completo: “In quattro stanze abbiamo completamente restaurato, trovando quattro vasi floreali nascosti dalla pittura. Tre sono in buone condizioni e uno è stato ricostruito dalle restauratrici. Il lavoro è iniziato a metà gennaio, ma il completamento potrebbe slittare da fine maggio, perché si attende la liberazione dell’archivio”.
L’inventario è stato già fatto ma il cantiere dovrebbe terminare entro l’inizio del Festival della Valle d’Itria. Tra i lavori da fare ci sarà anche il restauro del portone d’ingresso. “La maggiore difficoltà è operare in ambienti frequentati, nelle Sale Nobili accogliamo anche i visitatori. Poi ovviamente ci sono le sorprese, come nel piano ammezzato degli uffici dei Lavori Pubblici ho rinvenuto alcune basole del vecchio pavimento in pietra, il pavimento originale. Penso di lasciarle a memoria. Ho inoltre riaperto una scala murata, la cui esistenza si sapeva. È una parte di storia del palazzo. Conosciamo però la presenza di altre scale murate: nel lato est ce n’è una che arriva direttamente nella sala consiliare, dove però è murata”.
I lavori non saranno gli ultimi: “È solo il secondo lotto, ma ce ne dovranno essere altri, che riguarderanno ad esempio tutto il corridoio d’Avalos, con le stanze, come la Sala degli Uccelli che hanno bisogno urgente di restauro”.
Il cantiere attuale sta anche riprendendo alcuni lavori fatti anni fa, che però andarono male. “Questo lotto vale trecentocinquantamila euro”, continua Aquaro, che spiega come si approfitti dei lavori di restauro per apportare migliorie, come ad esempio l’installazione del riscaldamento a pavimento in alcuni uffici pubblici “e saremo i primi in Italia a usare un vetro di produzione giapponese che ha le stesse caratteristiche di isolamento termico di un vetrocamera normale, in soli 6,2 millimetri, che ci permette di operare sugli infissi storici senza appesantire o sostituire”, conclude l’architetto Aquaro.
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