Questa mattina è arrivata una triste notizia: la maestra Paola Romanelli, insegnate prevalente nella III A dell’I.C. Giovanni XXIII di Martina Franca, non ce l’ha fatta. Ha lasciato così a causa di un ictus i sue due figli, suo marito, i suoi amici e una marea di alunni che grazie a lei sono diventati studenti.
Si narrava che quando ad Admeto, re di Tessaglia, fu preannunciata la morte, Apollo si offrì di aiutarlo, garantendo che nell’ora fatale poteva sopravvivere se qualcuno si fosse offerto al suo posto. Non trovò alcuno disposto. Solo Alcesti, sua moglie. Lui rimane senza parole, vorrebbe rifiutare questo dono ma non può perché un patto con gli dei è un patto che va rispettato per forza. Così Alcesti prende il suo posto.
Alcesti muore, ma Admeto continua nonostante il lutto ad avere il sentimento dell’ospitalità tipico dei greci e delle popolazioni del sud (che noi a volte ci dimentichiamo di avere). Così arriva a corte uno straniero: Eracle. Eracle rimane sconcertato di come viene trattato piacevolmente e vuole ricambiare il favore. Eracle scende nell’Ade recupera Alcesti e la riporta ad Admeto.
Abbiamo scelto questo mito per ricordare Paola, perché questo racconto ci insegna che gli esseri umani a volte possono dare un pezzo della propria vita a qualcun altro. Perché crediamo che una maestra, una volta che non c’è più, lascia un pezzo della propria vita ai suoi alunni. Continua a vivere in loro e con loro.
Paola era una maestra amata da tutti i colleghi, gli alunni e i genitori, e di questo periodo non è scontato. Era una persona pia, rispettosa del suo lavoro che era quello di educare, ovvero, trarre fuori dai suoi alunni il meglio che hanno nel loro interno.
E quando una maestra come Paola ci lascia tutti ci sentiamo un po’ più tristi.
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