Giornata dell’Ambiente: dal 1969 l’umanità è in debito con la Terra. Calcola la tua impronta ecologica

Oggi si celebra la Giornata Mondiale per l’Ambiente, un’iniziativa nata nel 1972 dall’Assemblea delle Nazioni Unite. Il motto scelto per l’edizione 2020 della Giornata Mondiale dell’Ambiente è “È il momento per la Natura”, per ricordarci che la crisi della biodiversità è una preoccupazione non solo urgente, ma anche esistenziale.

Le giornate internazionali sono un’occasione per informare le persone su questioni importanti, per mobilitare le forze politiche nell’incanalare le risorse nei problemi globali e per celebrare e rafforzare i successi dell’umanità. In questo caso però la giornata mondiale serve come monito, perché escluso questo mondo non ce ne sono altri.

L’umanità è perennemente in debito con la Terra e prima o poi, questo debito, lo pagheremo a caro prezzo. Su otto milioni di specie circa un milione è a rischio estinzione. L’aria che respiriamo è sempre più pericolosa e il consumo del suolo, due metri quadrati di nuovo cemento ogni secondo (in Italia ndr), è un’altra piaga che sta infliggendo danni enormi e irrecuperabili all’ambiente. L’associazione tra benessere e sviluppo legato all’edilizia, perché se si costruisce vuol dire che si sta bene, è difficile da estirpare. Il suolo perso, che diventa impermeabile, è perso per sempre perché troppo costoso il recupero.

C’è stato un tempo in cui le risorse della Terra e i bisogni umani coincidevano, nel 1969 gli abitanti del Terra hanno consumato in un anno le risorse naturali che la Terra è in grado di produrre o rigenerare in 12 mesi. Da allora quell’equilibrio si è rotto e non è mai più stato raggiunto, ogni anno consumiamo sempre di più in sempre minor tempo.

In media, tutto il mondo, nel 2019 ha consumato le risorse di 1,75 pianeti. L’Earth Overshoot Day, che indica il giorno in cui si esauriscono le risorse naturali che la Terra riesce a rigenerare in un anno, ricade a cavallo tra luglio e agosto. Il 14 maggio è stato l’Overshoot Day italiano, consumiamo di più rispetto alla media mondiale. Questo vuol dire che fino a fine 2020 vivremo attingendo a suolo, foreste, riserve ittiche ed energetiche che gli ecosistemi non riescono a rinnovare facilmente.

Ma quanto incide realmente il nostro stile di vita? Quanto consumiamo e quanto è grande la nostra impronta ecologica?

L’impronta ecologica, un indicatore che misura il consumo da parte degli esseri umani delle risorse naturali che produce la Terra, è stato introdotto per la prima volta da Mathis Wackernagel e William Rees nel loro libro “Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth”, pubblicato nel 1996

Nello specifico, l’impronta ecologica misura in ettari le aree biologiche produttive del pianeta Terra, compresi i mari, necessarie per rigenerare le risorse consumate dall’uomo. In poche parole, l’impronta ecologica ci dice di quanti pianeta Terra abbiamo bisogno per conservare l’attuale consumo di risorse naturali.

Chi scrive, per esempio, molto attento al consumo e rispettoso dell’ambiente, secondo il calcolatore dell’impronta ecologica realizzato dal WWF, per soddisfare tutti i bisogni della famiglia occorrerebbero 2,93 pianeti.

Purtroppo però ne abbiamo uno solo a disposizione e dobbiamo prendercene cura.

Calcolate anche voi al vostra impronta ecologica

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