Identità di Martina Franca. Lasorsa: “Occasione di riflessione sul futuro”.

Il sondaggio su cosa scrivere sulle insegne di ingresso in città è stata il primo tentativo di approcciarsi al tema delicatissimo dell’identità locale. Nato su ispirazione di un post dell’assessore Pasquale Lasorsa, i risultati dicono che i nostri lettori non sono posizionati chiaramente su uno o due istanze, ma c’è distribuzione, con una certa preponderanza per l’aggettivazione geografica (Valle d’Itria o capitale della Valle d’Itria).

La sostituzione di un cartello di ingresso alla città può essere un atto banale o un’occasione per riflettere sulla propria identità. La prima soluzione è quella più semplice, la seconda è quella più utile“, commenta Pasquale Lasorsa. “La definizione della identità di un luogo è cosa tutt’altro che facile e – come ci ha confermato il Rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, nel corso della presentazione dello studio sugli Stati Generali dell’Economia di Martina Franca – passa certamente da quelli che la comunità avverte come elementi forti e caratterizzanti“.

Il dibattito promosso attorno a questo tema attraverso i social e opportunamente rilanciato dalla stampa anche attraverso forme di consultazione on line (Valleditrianews.it ha offerto un prezioso contributo in termini di partecipazione dal basso) sta avendo il merito di selezionare elementi identitari utili a questa riflessione collettiva i quali si riveleranno preziosi non solo per rifare i cartelli di ingresso alla città ma per la stesura del documento definitivo degli Stati Generali dell’Economia“, continua l’assessore alla Mobilità.

L’analisi delle risposte dei cittadini, pur senza alcuna presunzione di scientificità dei vari campioni, mostra chiaramente che i 2/3 delle indicazioni si concentrano sulla dimensione geografica e paesaggistica (“Valle d’itria”), sull’elemento dell’eccellenza enogastronomica (racchiuso nel riferimento al “Capocollo”), sull’identità culturale e artistica (“Il Festival”) e sulla componente architettonica (“il Barocco”). Da non trascurare – sul piano qualitativo più che quantitativo – paiono, inoltre, i riferimenti al cavallo murgese e alla moda“.

E’ evidente” conclude Lasorsa “che il processo non è ancora compiuto e che il dibattito, pur nella necessaria esigenza di sintesi finale, può ancora arricchirsi del contributo di molte voci utili a definire non solo quello che la città è ma soprattutto quello che la città vuole essere e può essere in futuro.
La sostituzione di un vecchio cartello stradale è stata l’occasione per ragionare insieme della propria identità e del proprio futuro. Uno sforzo che ci farà bene. Un’occasione da non perdere
“.

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