Ambiente svenduto, le prime condanne: 3 anni e mezzo a Vendola, 20 e 22 anni ai Riva

20 anni per Nicola Riva, 22 per Fabio Riva, 3 anni e mezzo a Nichi Vendola, Pentassuglia prescritto, area a caldo confiscata.

Sono arrivate pesantissime condanne nel primo grado di “Ambiente svenduto”, il processo relativo al disastro ambientale dell’Ilva di Taranto. Circa un’ora fa è arrivata la sentenza della Corte d’Assise, una sentenza pronunciata dopo 5 anni di udienze. La Corte ha innanzitutto confiscato l’area a caldo del siderurgico jonico, così come chiesto dai pm. Non è la prima volta che ciò avviene: nel luglio 2012 il gip Todisco dispose il sequestro delle stesse aree. I giudici hanno inoltre disposto il sequestro del profitto illecito delle 3 società facenti capo ai Riva, per una somma monstre: 2,1 miliardi di euro.

Tra le altre maxi condanne spiccano i 21 anni all’ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e l’ex consulente dei Riva, Girolamo Archinà. Inferiore nel computo degli anni ma altrettanto importante è la condanna di 3 anni e mezzo per l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.

Vendola è accusato di concussione aggravata in concorso: secondo gli inquirenti avrebbe esercitato pressioni su Arpa Puglia per far alleggerire la posizione della stessa nei confronti delle emissioni prodotte dall’Ilva. Due gli anni di condanna per favoreggiamento il dg di Arpa Giorgio Assennato, che avrebbe incassato la pressione e taciuto sulle manovre di Vendola. Prescritto invece l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, per il quale erano stati chiesti 8 mesi per favoreggiamento.

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