Gli impianti dell’aerea a caldo del siderurgico ex Ilva a Taranto continueranno a produrre. Il Consiglio di Stato ha infatti disposto l’annullamento della sentenza del Tar di Lecce (n. 249/2021) che, confermando una precedente ordinanza del sindaco di Taranto di febbraio 2020, aveva ordinato lo spegnimento degli impianti dell’area a caldo perché inquinanti.
L’ordinanza n. 15 del 27 febbraio 2020, con cui il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci aveva ordinato ai gestori e proprietari dello stabilimento, di individuare entro 60 giorni gli impianti interessati da emissioni inquinanti e rimuoverne le eventuali criticità, e qualora ciò non fosse avvenuto di procedere nei 60 giorni successivi alla sospensione/fermata delle attività dello stabilimento.
Con la sentenza n. 4802 del 23 giugno 2021, la Sezione IV del Consiglio di Stato, accogliendo gli appelli di Arcelor Mittal Spa e di Ilva Spa in amministrazione straordinaria e Invitalia, ha di fatto annullato lo spegnimento dell’ex Ilva.
Secondo i giudici dell’appello “il potere di ordinanza non risulta suffragato da un’adeguata istruttoria e risulta, al contempo, viziato da intrinseca contraddittorietà e difetto di motivazione”, ma non solo, secondo i giudici il “potere di ordinanza” del sindaco ha “finito per sovrapporsi alle modalità con le quali, ordinariamente, si gestiscono e si fronteggiano le situazioni di inquinamento ambientale e di rischio sanitario, per quegli stabilimenti produttivi abilitati dall’Aia”.
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