Pug. “Proposta fatta senza consultazione”. Da San Paolo 221 firme contro

San Paolo non ci sta. Il nuovo Pug, così com’è stato redatto da Ancona e Lacorte, non soddisfa i residenti, che dopo il primo incontro pubblico, e poi l’incontro a Palazzo Ducale, inviano un loro documento firmato da 221 persone. Finora il più importante momento di partecipazione raccolto dal Comune è “contro”.

Scrivono i sanpaolini: “La nota contesta fermamente la scelta politica di cancellare il vigente Piano Particolareggiato di San Paolo, evidenzia le potenzialità del nostro territorio e mette in luce la visione strategica di sviluppo che deve assolutamente portare ad una nuova proposta di pianificazione da parte dell’ufficio di Piano.
I cittadini della contrada, in attesa di valutare la nuova proposta di pianificazione, mantengono alta l’attenzione sulle tematiche sopra esposte continuando la fase di incontri al fine di programmare future e nuove iniziative”.

Cosa vuole San Paolo dal nuovo Pug di Martina Franca? Ecco il documento integrale:

I sottoscritti firmatari, cittadini residenti nella Contrada San Paolo, nonché titolari di diritti di godimento di terreni e fabbricati, a seguito dell’incontro avvenuto con l’amministrazione comunale nella giornata di lunedì 25 ottobre 2021 e successivo incontro del 5 novembre 2021 con i tecnici residenti nella contrada e da noi delegati in rappresentanza del territorio, manifestano il loro fermo DISSENSO in merito alla bozza del redigendo Piano Urbanistico Generale della Città di Martina Franca con particolare riferimento all’area di San Paolo, per la quale la bozza non esprime alcuna visione di pianificazione e sviluppo, semmai evidenzia il tentativo di riproporre uno strumento urbanistico che sposta le lancette del tempo indietro di circa 50 anni.

Prima di esporre i motivi del dissenso è bene che si illustri la storia del Piano Particolareggiato attuativo di San Paolo.

La nostra è tra le città d’Italia più estese in termini di superficie ed ha la particolarità di avere un agro densamente abitato, soprattutto nell’ambito delle sue contrade; già in fase di stesura del PRG nei primi anni settanta furono previste zone residenziali nell’agro del Comune ma solo l’area di San Paolo ebbe un’evoluzione, grazie anche alla tenacia e la determinazione dei propri residenti e di un consigliere che avevano ben chiara la potenzialità del territorio, data la sua posizione strategica sia rispetto al centro abitato di Martina Franca che all’intera Provincia di Taranto.

La prima stesura del Piano Particolareggiato di San Paolo risale ai primi anni Ottanta e grazie alla forte presa di posizione dei suoi cittadini fu adottato nel 1996 e approvato nel 1998. Successivamente, nel 1999, il TAR sospese il Piano chiedendo all’amministrazione un adeguamento a seguito di quanto imposto dalla Soprintendenza; si giunse così alla definitiva approvazione nel 2004.

Una volta dotata l’area di uno strumento attuativo, gli enti pubblici (tra cui il comune di Martina Franca) si sono attivati affinché le aree edificabili fossero sottoposte a tassazione come per legge. Molte aree sono state frazionate secondo le indicazioni dei lotti di edificazione previsti e sono state oggetto di compravendita. L’adozione dei piani particolareggiati ha generato delle plusvalenze che spesso sono state oggetto di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il Piano, essendo di iniziativa pubblica, poneva a carico dell’amministrazione la realizzazione delle urbanizzazioni primarie e secondarie, tra cui strade, piazze e parcheggi, indispensabili e vincolanti per lo sviluppo e la realizzazione dell’edificato.

Tutto questo, non è mai stato realizzato, né tali opere sono state mai inserite nei piani triennali degli investimenti da nessuna delle amministrazioni che si sono succedute negli anni. Non si tratta di scelte politiche, ma di obblighi a cui le varie amministrazioni colpevolmente si sono sottratte. Oggi i cittadini che fanno richiesta di Permesso di costruire, pur di consentire il proseguo dell’iter autorizzativo e giungere al rilascio del titolo, si sono dovuti fare carico dell’acquisto di terreni confinanti al fine di poter realizzare le strade di accesso ai lotti con costi di gran lunga superiori agli oneri di urbanizzazione posti a carico del cittadino. In altri casi si è dovuto ricorrere al TAR con sentenza favorevole per il cittadino che ha imposto all’amministrazione  di adempiere  ai propri obblighi per effetto dell’adozione dei piani particolareggiati, ossia la realizzazione delle urbanizzazioni.

Ma a seguito della sentenza del TAR sopra richiamata, l’orientamento degli uffici comunali preposti al rilascio dei Permessi di costruire è stato quello di non autorizzare gli interventi edilizi sui lotti che non fossero direttamente accessibili da strada pubblica, con la conseguenza di aver bloccato l’iter autorizzatorio di altri interventi e dissuaso altri a presentare richiesta di nuove realizzazioni. Di fatto è stato negato il diritto a edificare.

Un cenno merita anche la distribuzione di un bene primario di un qualsiasi comparto residenziale ossia l’acqua potabile. Nel comparto dei piani particolareggiati da oltre dieci anni è stata interrata una nuova rete di acqua potabile che solo parzialmente è stata alimentata e a tutt’oggi non ci risulta sia stata allacciata alcuna utenza. Com’è possibile che una zona residenziale dotata di piani urbanistici attuativi possa svilupparsi in assenza di disponibilità idrica?

L’analisi storica evidenzia come, diversamente da quanto sostenuto dai rappresentati politici e tecnici dell’amministrazione comunale durante l’incontro del 25 ottobre scorso, il mancato sviluppo urbanistico delle aree di San Paolo non è attribuibile alla limitata crescita demografica ma alla contrastata attuazione dei Piani Particolareggiati da parte delle istituzioni che ancora oggi non danno alcun segno di voler ottemperare agli obblighi di legge negando di fatto il diritto a edificare.

Perciò l’elaborazione di un nuovo strumento urbanistico quale il nuovo PUG, non può prescindere dall’analisi storica sopra evidenziata. Inoltre, il nuovo PUG deve assolutamente ripartire dall’attuale strumento urbanistico, individuando ed eliminando tutte le criticità che ne hanno impedito la sua attuazione. 

La proposta di PUG illustrata non ha tenuto conto degli elementi evidenziati ed è stata elaborata senza aver svolto una preventiva fase di consultazione e ascolto della comunità da parte dell’amministrazione. Non è mai stato organizzato un tavolo di confronto con i cittadini che era alquanto doveroso, tenuto conto dell’esistenza di un Piano Particolareggiato attuativo e delle difficoltà di attuazione dello stesso.

La proposta di PUG presentata  esprime la volontà politica di questa amministrazione di privare definitivamente il nostro territorio dell’attuale strumento urbanistico ottenuto a seguito di tante lotte combattute con grande caparbietà e determinazione da parte nostra e delle generazioni che ci hanno preceduto, cancellando 50 anni di storia ed in particolare si evince:

  • la drastica riduzione dell’indice edificatorio, con innalzamento del lotto minimo a 3000 mq nella zona di San Paolo Ovest, non risulta proponibile poiché la scelta è stata fatta ignorando  che le aree presenti sono state in gran parte suddivise e traferite in lotti di 1000 mq in previsione ed in accordo a quanto previsto dall’attuale  Piano Particolareggiato. Inoltre, essendoci pochissime aree le cui superfici prive di edificazione superino ì 3000 mq, la proposta si traduce di fatto in una impossibilità a edificare.
  • la trasformazione dell’attuale area edificabile di San Paolo Est in zona agricola, con lotto minimo a 10000 mq.
  • una tale proposta certamente svincolerebbe l’amministrazione comunale dagli obblighi di dotare il comparto residenziale di San Paolo delle opere di urbanizzazione e di completare quelle cominciate da più di un decennio.
  • infine, sarebbe utile conoscere le motivazioni tecnico-politiche alla base della scelta  di edificare altre zone del territorio attualmente agricole a discapito delle aree di San Paolo già riconosciute come uniche aree urbane periferiche di tutta la città che già presentano alcuni servizi principali che altre aree non hanno.  
  • le proposte di PUG di fatto annullano la possibilità di edificare a San Paolo lasciando emergere anche alcune problematiche di natura giuridica economica e fiscale a cui l’amministrazione crediamo debba dare una risposta. In particolare, cosa risponde l’amministrazione ai cittadini che per anni hanno pagato l’IMU sui lotti edificabili e che domani non lo saranno più? Intende restituire le somme versate? Cosa risponde ai cittadini che hanno acquistato lotti edificabili al prezzo di mercato che vedono il valore dei terreni crollare repentinamente? Chi rimborsa gli oneri sostenuti a seguito di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate sulle plusvalenze negli atti di compravendita?  

Noi, non abbiamo mai cambiato l’idea di sviluppo di questo territorio né la cambieremo. Nonostante le difficoltà, gli ostacoli, la scarsa volontà di investire su questo territorio da parte delle amministrazioni anche nei casi in cui erano obbligate per legge (cosa molto grave), noi non ci arrendiamo, anzi siamo fiduciosi che questa amministrazione e la sua struttura tecnica di indubbia competenza e professionalità rielaborerà una proposta di PUG individuando  soluzioni tecniche che salvaguardano l’attuale impianto dei piani particolareggiati di San Paolo e ne esaltano  le potenzialità e le peculiarità  del territorio. Siamo convinti che su questo territorio si debba investire e che sia possibile elaborare una proposta di sviluppo urbanistico che risponda alle attuali esigenze abitative e generi interesse non solo per i residenti, ma anche per i territori circostanti.  Ci permettiamo di elencare solo alcune  delle evidenti potenzialità e peculiarità presenti sul nostro territorio:

  • posizione strategica rispetto al centro di Taranto, uffici provinciali e Aeroporto di Grottaglie. Il collegamento diretto di San Paolo con la rete stradale ANAS a scorrimento veloce (è in fase di ultimazione l’ultimo tratto a quattro corsie della SS.172) riduce significativamente i tempi di collegamento con l’intero territorio provinciale e regionale;
  • contesto paesaggistico ed ambientale ideale per chi vuole vivere in una realtà indipendente con disponibilità di spazi aperti (aspetto ancor più rivalutato durante la recente esperienza del lockdown);
  • interesse da parte dei cittadini del capoluogo che trovano in questo territorio la condizione ideale per vivere in un contesto privato con spazi verdi dedicati, lontani  dall’emergenza ambientale tarantina; 
  • presenza dei servizi come la Casa San Paolo (casa di riposo per anziani), le cliniche sociosanitarie “Villa Bianca” e “San Bartolomeo”, la chiesa, le scuole pubbliche, servizi postali, farmacia, centro sportivo (scuola calcio), generi di prima necessità, tabacchi e attività di ristorazione;
  • lo sviluppo urbanistico di questa contrada, con la realizzazione di residenze e di ulteriori attività commerciali, permetterebbe di vivere stabilmente in loco e quindi senza la necessità di raggiungere il centro di Martina andando ad incidere ancor di più sulla già caotica situazione del traffico;
  • la zona compresa nella maglia del Piano Particolareggiato vigente San Paolo Est, ben si presta ad uno sviluppo urbanistico in quanto dotata di ampie aree edificabili; è idonea ad ospitare la realizzazione di servizi quali piazze, aree comuni, giardini, piste ciclabili, strutture sanitarie, piccole aree artigianali e centri di aggregazione di cui potranno sicuramente usufruire tutti gli abitanti di San Paolo (Est ed Ovest) e garantirebbe le connessioni mancanti con le contrade Franzullo, Pizzo del Vento e Parparo, attualmente prive di servizi essenziali;
  • presenza della rete pubblica dell’AQP, della rete del metano, della fibra ottica, del servizio di raccolta differenziata porta a porta, del servizio urbano dei mezzi pubblici e della fermata della linea ferroviaria ex Ferrovie Sud-Est, ora Ferrovie dello Stato che proprio in questi ultimi tempi sta facendo significativi investimenti sulla rete ferroviaria.

La nostra visione, posta anche alla base del Piano Particolareggiato attualmente in vigore è quella di avere un’area residenziale rispettosa del contesto paesaggistico ed ambientale con la presenza di servizi (piazze, strade, piste ciclabili ecc.) che consentano, ancor di più, di vivere stabilmente nella contrada senza la necessità di spostarsi nel centro di Martina. Immaginiamo tipologie costruttive NZEB ovvero ad elevata efficienza energetica, in cui sperimentare tecnologie e metodi costruttivi innovativi ed inserite in lotti con importanti spazi verdi e flora autoctona.

Per attuare tale visione, è indispensabile uno strumento urbanistico agile che renda questo territorio appetibile agli imprenditori. Esso richiede la realizzazione delle principali infrastrutture da parte dell’amministrazione comunale (che avrebbe già dovuto realizzare in attuazione del piano particolareggiato tutt’ora in vigore), senza le quali nessun territorio sarà in grado di svilupparsi. Inoltre, al fine di consentire lo sviluppo urbanistico e tutelare gli interessi legittimi consolidati da parte dei cittadini e di chi ha investito nella zona è indispensabile confermare l’attuale perimetrazione di piano con il lotto minimo di 1000 mq.

Alla luce di quanto sopra esposto, chiediamo a questa Amministrazione che tragga spunto dalle considerazioni sopra esposte e che l’Ufficio di Piano le traduca in una nuova proposta di pianificazione corrispondente alle aspettative della comunità.

Vista la complessità e l’importanza della nuova pianificazione in corso e vista l’assenza di fase partecipativa preventiva alla proposta di PUG pubblicata, chiediamo con fermezza all’Amministrazione comunale ed ai progettisti del Piano, di aprire una vera fase partecipativa e di ascolto del territorio, al fine di poter giungere all’elaborazione di una proposta di PUG quanto più possibile condivisa da tutti i cittadini della nostra città.

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