Abusi su bimbe a scuola. Il Tribunale di Lecce condanna bidello e Ministero

La prima sezione del Tribunale Civile di Lecce, presieduta dalla giudice Silvia Rosato, ha condannato, il 27 maggio scorso, il Ministero dell’Istruzione, in solido al reo, un bidello di una scuola elementare di Martina Franca, a risarcire una giovane vittima e la sua famiglia, difesi dagli avvocati Giuseppe Serio e Francesco Zaccaria, per centocinquemila euro.

Secondo le motivazioni con le quali la Rosato condanna anche il Ministero, si legge: “la domanda e l’accoglimento di iscrizione alla frequentazione di una scuola statale fondano un vincolo giuridico tra l’allievo e l’Istituto, da cui scaturisce, a carico dei dipendenti di questo, appartenenti all’apparato organizzativo dello Stato, l’obbligo principale di istruire ed educare e quello accessorio di protezione e vigilanza sull’incolumità fisica e sulla sicurezza degli allievi, sia per fatto proprio (adottando tutte le precauzioni del caso), che di terzi (fornendo le relative indicazioni ed impartendo le conseguenti prescrizioni); obblighi, questi ultimi, da adempiere per tutto il tempo in cui gli allievi fruiscono della prestazione scolastica, con la diligenza esigibile dallo status professionale rivestito, sulla cui competenze e consequenziale prudenza costoro (e i loro genitori) hanno fatto affidamento; obblighi da osservare sia all’interno dell’edificio, che nelle pertinenze scolastiche di cui si abbia la custodia, messe a disposizione degli insegnanti per eseguire la propria prestazione“.

Inoltre: “Il Ministero dell’Istruzione deve ritenersi in ogni caso responsabile ex art 1218 c.c. per il fatto che i suoi dipendenti e preposti (nelle persone della dirigente scolastica [omissis] e della direttrice dei servizi amministrativi [omissis])” si legge nella sentenza “avessero omesso di prevenire l’insorgenza di situazioni che hanno indiscutibilmente consentito al bidello […] di abusare nei modi detti delle bambine affidate alla scuola“. Un vincolo che pone i bimbi sotto la protezione e la tutela dello Stato, in questo caso rappresentato dal Ministero dell’Istruzione reo, secondo il magistrato, di non aver adottato attraverso la dirigente scolastica e la direttrice dei servizi amministrativi, tutte le misure preventive per evitare che gli episodi accadessero. Secondo gli avvocati difensori: “La sentenza ci dice che quando affidiamo i nostri bambini ad una scuola questa ha il dovere di proteggerli, sempre e comunque“.

Gli episodi di violenza sono avvenuti nel 2013 e avvenivano o nei bagni o durante il cambio tra le insegnanti, durante i quali l’uomo rivolgeva attenzioni sessuali nei confronti delle alunne, toccandole nelle parti intime e provocando loro, come dimostrato dalla sentenza del Tribunale di Lecce, notevoli traumi. Non tutte le vittime, quasi tutte maggiorenni, hanno deciso di proseguire in sede civile l’azione legale.

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