Sono cinque le pene ridotte nel processo d’appello per altrettanti imputati coinvolti nel blitz «Mercante in Fiera» che dopo le condanne in primo grado hanno scelto di ricorrere al «concordato» nel secondo grado di giudizio. Il collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Biagio Leuzzi, Fabio Falco e Franz Pesare, hanno ottenuto pene decisamente più basse rispetto al primo grado.
Lo sconto di pena maggiore è arrivato per Sergio Capilunga che ha rimediato 13 anni e 10 mesi rispetto ai 20 del primo grado. Significativo sconto anche per Massimo Assanti: in primo grado aveva ricevuto una condanna a 14 anni e 4 mesi, ma con il concordato è scesa a 11 anni e 8 mesi. E poi Giangaspare Argentina che in continuazione con un’altra sentenza già diventata definitiva, ha cumulato una pena complessiva di 6 anni e 4 mesi rispetto ai 9 anni e 4 mesi rimediati in primo grado. Pene ridotte anche per Alessandro Franco – a 5 anni rispetto ai 7 anni e 2 mesi del primo grado – e Maurizio Ciccarone – 2 anni in appello dopo i 3 del primo grado.
L’inchiesta, che a dicembre del 2020 sgominò un giro di droga con l’esecuzione di 22 ordinanze cautelari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, era basta principalmente sugli elementi raccolti grazie a una telecamera nascosta con cui gli investigatori per mesi osservarono un b&b di Martina Franca: per l’accusa era la base di una ricca e potente banda di narcotrafficanti che comprava e vendeva cocaina in tutta Italia. Nelle immagini dei Carabinieri, uomini e donne intenti a lavorare e «saggiare» la «bianca». A capo della presunta banda martinese c’erano padre e figlio, Martino e Manuel Camassa che non hanno optato per il concordato e quindi saranno giudicati dalla Corte d’appello: in primo grado i due hanno rimediato pene rispettivamente a 20 anni e 9 anni di carcere. Nella rete degli investigatori finirono anche presunti corrieri della droga, meccanici che custodivano e modificavano le auto realizzando vani segreti per trasportare la cocaina e ai componenti di altre due bande di trafficanti,
una a Oria, guidata da Massimo Assanti e l’altra a San Marzano, guidata da Angelo Soloperto.
Insieme agli arresti il pm Milto De Nozza della Direzione distrettuale Antimafia di Lecce finirono sotto sequestro beni per mezzo milione: otto auto, una barca, tre immobili e un ristorante in pieno centro a Taranto. Sotto chiave anche 5 chili di cocaina e 8 di hashish. Il gruppo di Martina Franca , secondo l’accusa, disponeva anche di un vero e proprio arsenale.
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