Abbandono di rifiuti. Un problema infinito

Qualche sera fa, durante una delle classiche cene estive, mia nipote di 11 anni ha fatto il diavolo a quattro perché non voleva che mangiassimo il gelato nei bicchieri di plastica. Non voleva sentire ragioni. Le ragioni, per inciso, erano che avevamo finito i bicchieri di vetro, o meglio, giacevano sporchi di vino o birra o succhi, nel lavello e non andava a nessun adulto di mettere le mani nell’acqua. I bicchieri di plastica sembravano una soluzione rapida e efficace. A mia nipote, però, non bastava: “Non pensate a quanto state inquinando?”. E quindi il muso.

Ieri pomeriggio, invece, una nostra lettrice ci manda la foto che vedete pubblicata qui sopra. In via Massafra un cumulo di monnezza dove di solito la Monteco fa il ritiro settimanale. Ci sono quattordici punti di ritiro sparsi nell’agro, e quello nei pressi di via Massafra, da giugno a ottobre, segue orari precisi: martedì e venerdì dalle 7.30 alle 12.30 e mercoledì e sabato dalle 15.00 alle 19.00. In queste fasce orarie è possibile portare il secco residuo presso un mezzo che staziona. Dopo queste fasce orarie il mezzo va via ma ci sono imbecilli che pensano di essere furbi che lasciano lì il proprio sacchetto, tanto qualcuno pulirà.

La nostra lettrice condivide con noi che ha già provato a sentire la ditta che l’ha rimandata ai vigili. Lasciare i rifiuti dopo gli orari consentiti vuol dire di fatto inquinare. La strategia messa in campo negli ultimi anni è stata quella di disseminare il territorio di fototrappole ma, pare, questo causa un problema di privacy e non serve. D’altronde è sotto gli occhi di tutti che le nostre strade di campagna sono abbastanza sporche.

Il problema dei rifiuti sparsi sul territorio, il cosiddetto littering, non riguarda solo Martina Franca. È un fenomeno diffuso, e la Regione Puglia ha provato a metterci una toppa, anche perché sollecitata dagli esercenti del settore turistico che si vergognano di come viene presentato il territorio.

Mentre il Comune di Martina è alle prese con il nuovo piano dei rifiuti, che sembra dovrebbe prevedere il porta a porta anche in campagna, a scapito di qualche turno in città, pur di mantenere quasi intatti i costi, poco sembra essere stato fatto in termini di educazione ambientale. O meglio, se i più giovani sono già molto esperti, i “boomer” no, anzi, e questo rappresenta un problema.

Che fare, quindi? Sicuramente non si può parlare di turismo se non si risolve il problema dell’abbandono dei rifiuti e evidentemente non basta minacciare punizioni. Anche perché solo chi non si percepisce facente parte di un ecosistema, di una comunità, di una società, può pensare che sia giusto o normale abbandonare i propri rifiuti per strada, con la speranza che ci sia qualcuno che vada a pulire. Magari sono gli stessi che sui social scrivono invettive contro i politici, o cose tipo “Qui è bello, non Martina”. È una malattia autoimmune

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Commenti

2 risposte a “Abbandono di rifiuti. Un problema infinito”

  1. Avatar Valerio Sprecacenere
    Valerio Sprecacenere

    Sono completamente d’accordo con quanto espresso nell’articolo su scritto e nel biasimare il comportamento incivile di quanti abbandonano i rifiuti sui bordi stradali. Inviterei comunque il Comune a non abbandonare l’azione di contrasto con atti penali, pur se difficoltosi.
    Il Comune di Martina, però, non risolve da anni la situazione di degrado di Via Maria Russani, non ostante vari esposti di alcuni abitanti del luogo (numeri civici 08-22). Lo scrivente è disponibile a fornire ulteriori elementi, se ritenuti interessanti per la divulgazione anche su questo sito.

    1. Avatar Massimiliano Martucci
      Massimiliano Martucci

      Grazie per il suo commento. Può inviare una mail a direttore[a]valleditrianews.it

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