La libraia più famosa d’Italia è di Martina Franca

Si chiama Clara Abatangelo ed è, oggi, la libraia più famosa d’Italia, perché si è legittimamente rifiutata di mettere in vendita nella sua libreria Ubik a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, il discusso libro di Roberto Vannacci dal titolo “Il mondo al contrario”. Sulla vetrina della sua libreria ha esposto un bel cartello in cui chiedeva alla sua clientela di non chiedere il su citato libro.

La foto ha fatto il giro d’Italia e come era facilmente prevedibile in merito ad una vicenda nata probabilmente proprio per spaccare l’opinione pubblica e rafforzarne le divisioni, la scelta di Clara Abantangelo è da un lato coraggiosa, perché si sarebbe esposta, come è accaduto, addirittura a infuocati editoriali pubblicati sui giornali di destra, dall’altro prevedibile.

Classe 1982, la Abatangelo ha lasciato Martina Franca subito dopo il liceo e poi non è più tornata, ma è rimasta legata alla città del Festival. La sua presa di posizione potrebbe essere da esempio per tutti coloro che sanno che la libertà di parola non è libertà di esprimersi liberamente su qualunque argomento, ma il diritto di poter manifestare il proprio pensiero senza temere ripercussioni.

Ecco cosa scrive la libraria in merito all’argomento:

“Credo che studiare e leggere, da sempre, ma oggigiorno più che mai, sia il solo gesto rivoluzionario possibile per cambiare le cose. Perché leggere e studiare sono un principio di democrazia. O almeno, l’origine di ogni rivoluzione a mio avviso parte da qui. Studiare aiuta a comprendere che capire e giudicare non sono sinonimi, che la vita è per definizione mescolanza e relazione; che la cultura è un processo intrinsecamente connesso al confronto, alle metamorfosi, alle mescolanze. La cultura permette di correggersi a ogni passo e consente di partecipare alla cultura degli altri e alla complessità di ogni alterità. Lo studio insegna che si può essere uguali nei diritti e nei doveri. Che l’iniquità che regna nel mondo è vergognosa. Che si può barattare rabbia e odio con l’intelligenza.

Credo che studiare e leggere, da sempre, ma oggigiorno più che mai, sia il solo gesto rivoluzionario possibile per cambiare le cose. Perché leggere e studiare sono un principio di democrazia.

La sensazione che ho è che abbiamo dimenticato. Gli errori del passato hanno perso di incisività rendendoci ciechi di fronte a un mondo che procede sbandando verso un’oscurità senza precedenti. Oggi anche assassini e stupratori reclamano il proprio status, rivendicano il proprio stile di vita. I fascisti rivendicano le proprie idee anche se il fascismo non esiste più: è un’invenzione di quelli di sinistra. Io, come chiunque, cerco di capire quale sia il mio posto in questo zoo ed è sicuramente accanto a Clara Abatangelo, una libraia che esercita il proprio diritto di scegliere cosa vendere, cosa non vendere, cosa promuovere, cosa consigliare, cosa leggere, cosa non leggere.

Io credo nei romanzi, in chi li legge, in chi li scrive, in chi li produce, in chi li vende. Nei romanzi c’è scritto il desiderio con il quale uno guarda le cose. Credo fortemente che siano i romanzi a insegnarci la storia perché in essi c’è ciò che porta a scriverli: il desiderio di conoscenza e di ricerca. Nei romanzi c’è tutto, ci siamo noi con in nostri difetti, le nostre intemperanze e le nostre meraviglie. Il tempo, d’altronde, conserva soltanto coloro che hanno raccontato una storia consegnando con essa una verità nei confronti del mondo e l’hanno fatto con tutta la generosità che le approssimazioni portano con sé, con l’approssimazione intrinseca del linguaggio (ogni parola è una sintesi di qualcosa di immensamente più grande; ogni frase, ogni descrizione è inevitabilmente una sintesi).

Credo anche negli intellettuali, intendendo con questo ciò che Michela Murgia a sua volta intendeva. Lo ha espresso con chiarezza in un colloquio con Loredana Lipperini. Cito a memoria. 

Bisognerebbe dire Engagé al posto di intellettuale. Engagé in francese vuol dire coinvolti, impegnati, fidanzati con la realtà

Michela Murgia diceva più o meno questo: “Bisognerebbe dire Engagé al posto di intellettuale. Engagé in francese vuol dire coinvolti, impegnati, fidanzati con la realtà. Gli intellettuali sono persone che pensano sé stesse come creature fidanzate con il proprio tempo, che possiedono gli strumenti per raccontare una storia d’amore che spesso è anche contraddittoria, conflittuale, dolorosa. Ci sono libri e romanzi che bastano da soli a rimettere in discussione il nostro presente. Ci devi mettere il corpo però: la faccia, il rischio della ferita; devi mettere sul piatto l’ipotesi della tangibilità e anche della vulnerabilità. La carta non sanguina, tu sì. Quindi, facendo diventare ciò che dici importante e rilevante quanto ciò che sei, ti esponi a diventare bersaglio di chi contrasti. Ma questo è un rischio che si deve correre. Essere ammirati ed essere presi di mira hanno la stessa radice etimologica. Non puoi pensare di essere l’orizzonte aspirazionale di qualcuno e non prendere qualche sasso. Stare nel crinale del testimoniare il tempo significa anche prendere gli schiaffi del tempo. La capacità di riconoscere i luoghi della storia ha un prezzo.”

Ecco, io credo che Clara Abatangelo sia fidanzata con il proprio tempo e credo anche che Michela Murgia ci abbia lasciato in dono una quarta ciotola, un testimone, esattamente come accade nella staffetta 4x100m dell’atletica leggera. La forma di questa ciotola la plasmeremo con i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni”.

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Commenti

5 risposte a “La libraia più famosa d’Italia è di Martina Franca”

  1. Avatar Giuseppe Petrelli
    Giuseppe Petrelli

    ” la libertà di parola non è libertà di esprimersi liberamente su qualunque argomento, ma il diritto di poter manifestare il proprio pensiero senza temere ripercussioni”, credo che questo valga anche per il Sig. Vannacci oltre che per la Sig.ra Abatangelo.

    1. Avatar Massimiliano Martucci
      Massimiliano Martucci

      Vale per tutti. Ma la libertà di pensiero e di parola quanto può discostarsi dalle tesi scientifiche? Questo è il punto cruciale.

  2. Avatar Anna Margiotta
    Anna Margiotta

    Bellissimo articolo! Grazie Massimiliano🙏❤️

  3. Avatar Giovanni
    Giovanni

    Quindi ogni volta che manifesto un pensiero pubblicamente devo prima pensare che potrebbe essere gradito o no ad una determinata parte della società…non tutti abbiamo le stesse idee;
    l’art. 1472 dell’Ordinamento MIlitare non dice questo e se leggere e studiare sono un principio di democrazia lo é anche poter scegliere cosa studiare e/o leggere.
    Inoltre vorrei ricordare alla libraia Clara Abateangelo che il libro di Vannacci é autoprodotto, lo si trova solo su amazon, quindi nel caso specifico il cartello fuori della libreria non ha senso.

    1. Avatar Massimiliano Martucci
      Massimiliano Martucci

      In realtà il cartello ha senso, e non stupisce che non lo si comprenda…

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