Il racconto pubblico italiano su quanto sta accadendo in questi giorni a Gaza è praticamente a senso unico. Le tv e i giornali generalisti non fanno altro che ripetere le posizioni di Israele, nonostante a Gaza ora si contino oltre diecimila vittime, e il numero più alto di giornalisti uccisi da trent’anni a questa parte.
Per quanto è in nostro potere cercheremo di proporre degli articoli che raccontano un altro pezzo di realtà, e cominciamo con questo racconto che fa L’Indipendente, sul piano realizzato da un think tank israeliano per occupare Gaza con nuovi insediamenti e spostare la popolazione araba in Egitto.
Si legge nell’articolo:
L’obiettivo di Israele è quello di insediare a Gaza i cittadini israeliani, garantendogli “alloggi di alta qualità” ed estendendo a dismisura l’area metropolitana di Tel Aviv, nota col nome Gush Dan, rendendola una specie di “Los Angeles del Mediterraneo”. Unico problema: la presenza dei residenti arabi. L’idea, allora, è quella di convincere l’Egitto a farsene carico e, anche su questo punto, secondo l’autore del rapporto, la situazione non sarebbe mai stata così favorevole, in quanto il piano di pulizia etnica di Gaza non è solo ideale per Tel Aviv, ma si allineerebbe “perfettamente con gli interessi economici e geopolitici sia dello Stato di Israele, quanto anche dell’Egitto stesso, e anche dell’Arabia Saudita”. All’idea del suprematismo etnico di Israele in quanto “popolo eletto”, si aggiunge così anche una buona dose di cinica convenienza economica. In tal senso, nel rapporto è presente anche una tabella con i costi di reinsediamento per famiglia/persona in Egitto e i costi per Israele in percentuale al PIL dell’anno 2023.
Qui si può leggere l’articolo integrale e qui si può leggere il rapporto.
Fonte foto: Amnesty International
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