Se fossimo in un paese anglosassone i book-maker avrebbero già cominciato a diffondere le quote per i candidati sindaci, per le liste che si presenteranno alle prossime amministrative, per gli eventuali candidati consiglieri e per quali e quante sigle nuove, vecchie o riciclate i cittadini martinesi si troveranno di fronte quando torneranno nelle urne. Ma siamo a Martina Franca, e le quote si fanno sullo stradone, dal barbiere, nei bar, sulla stampa locale e, da qualche settimana a questa parte, su quella diavoleria tecnologica che è Facebook. Anzi, è proprio dal social network che inizialmente ha stregato gli adolescenti che si sta diffondendo il nuovo virus della partecipazione sociale. Attraverso le pagine virtuali sono nati, si sono fatti conoscere, e in qualche caso si sono anche chiusi gruppi, associazioni, partiti (vecchi e nuovi), movimenti e antesignani di (im)probabili liste civiche. Citandone qualcuno, in ordine sparso, e chiedendo in anticipo scusa se ne dimentichiamo qualcun’altro, si leggono nomi di associazioni come “Francamente per Martina”, “Martina 2020”, “La speranza mai si Verde”, gruppi come “Vox Populi” (dove si riesce anche a litigare!), e poi sono attivi i partiti ufficiali quali il Pdl, il PD, La Destra, La Nuova Italia, e chi più ne ha più ne metta.
E’ sicuramente positivo il fatto che ci sia movimento di cervelli e di idee, ma oggi più che mai sarebbe fin troppo semplice fotografare la situazione politica martinese con la canzone di Giorgio Gaber, che si chiedeva “cos’è la destra, cos’è la sinistra?”. Ironicamente, con il suo tono un po’ disincantato, Gaber osservava che «fare il bagno nella vasca è di destra, far la doccia invece è di sinistra». In realtà, è pur vero che, quando si parla di elezioni amministrative, si deve tenere a mente che bisogna preoccuparsi di individuare strategie e soluzioni per risolvere i problemi concreti della città, quali viabilità, servizi, edilizia, occupazione, scuole, cultura (?), economia locale. Ma probabilmente è altrettanto vero che, nell’individuare le soluzioni, bisogna comunque avere delle linee guida, dei percorsi da seguire, delle ideologie a cui fare riferimento per approcciare le problematiche secondo ottiche o prospettive differenti. Sicuramente è condivisibile apprendere che un’associazione come Martina 2020 (il cui presidente è Pierino Chirulli, Presidente Serveco) «nasce dalla necessità di svegliare il cittadino martinese dal torpore e dalla rassegnazione in cui sembra ormai condannato a vivere, attraverso un nuovo metodo di partecipazione attiva alla vita della città» ponendosi l’obiettivo di far diventare Martina una “città verde colorata d’arte”. E come non condividere l’intento del comitato “La speranza mai si Verde” che vuole, analogamente, «una città vivibile con aree a verde attrezzate». Stesso obiettivo dichiarato, stessa modalità di partecipazione annunciata, ovvero apertura a ogni cittadino che abbia a cuore le sorti della città e voglia diventare protagonista attivo del nuovo processo. Poi, però, ci si scontra con realtà quotidiane come i ratti tra Via Trento, Via Votano e Via Pisacane, dove il comitato dei residenti, accusato da qualcuno di essere stato strumentalizzato politicamente per la ormai famigerata faccenda del “muro di Via Trento”, innalzato, poi abbattuto, e ora al centro di una sentenza del TAR, si sta attivando per ottenere dal Comune la bonifica della zona. Un’azione dovuta, ma qualcuno, interrogando gli uffici comunali, si è sentito rispondere «non ci sono soldi». Dopo la caduta del muro di Berlino, di fronte a ciò, è immediato chiedersi “cos’è la destra, cos’è la sinistra”. E’ un po’ come «i blue-jeans sono un segno di sinistra che con la giacca vanno verso destra?». Ironia a parte, Gaber cantava nel ritornello della sua canzone che «l’ideologia, malgrado tutto credo ancora che ci sia: è la passione» e poi concludeva: «Destra-sinistra. Basta!». A ognuno, le proprie considerazioni.
Lascia un commento