Pare non ci sia pace per i lavoratori dell’Industria Tessile Nardelli: stamattina l’incontro in Provincia, all’Assessorato del Lavoro si è risolto con un nulla di fatto: ognuno per la propria strada. Ma se da un lato patron Nardelli dice che non bisogna preoccuparsi, dall’altra i sindacati con Giuseppe Massafra in testa, sostengono che il vero significato di quanto sta accadendo è che l’azienda vuole chiudere definitivamente la produzione, privilegiando la parte commerciale. Altrimenti non si spiegherebbe perchè non accettare la proposta dei contratti di solidarietà che permetterebbero a tutti i lavoratori di mantenere il proprio posto di lavoro, sacrificando solo qualche ora.
Qui di seguito il comunicato stampa della Filctem:
L’azienda continua a dire no a qualsiasi soluzione che salvaguardi i lavoratori.
Nonostante gli impegni istituzionali e delle OO.SS. l’ITN non vuole accettare nessun tipo di soluzione che salvaguardi sia l’azienda sia il destino dei lavoratori. Questo è quello che è emerso dall’incontro di stamattina a Taranto presso l’assessorato del lavoro.
Filctem e Femca hanno proposto sul tavolo istituzionale sia di proseguire con la cassa integrazione ordinaria per ancora 13 settimane sia di attivare i contratti di solidarietà, che permetterebbero di distribuire su tutti i lavoratori la produzione rimasta: lavorano meno, ma lavorano tutti gli operai.
La proposta è stata bocciata in toto dall’azienda che prosegue a testa bassa per la sua strada e non vuole sentire ragione: la cassa integrazione straordinaria è l’anticamera della mobilità e quindi della disoccupazione. Mantenere invariata la rotta significa, per le OO.SS. e per i lavoratori, non voler lanciare nessun segnale di distensione e di dialogo, meglio ancora di confronto.
Questa vertenza, oltre all’immediata ricaduta sulla testa dei lavoratori, è la dimostrazione di come l’assenza delle istituzioni a tutti i livelli, dal Comune fino al Governo nazionale, insieme alla spregiudicatezza di una classe imprenditoriale che segue le regole di mercato per mantenere intatto il suo status sacrificando qualsiasi tipo di responsabilità sociale, riesca a scaricare la crisi sistemica e economica sulla testa delle persone più deboli, sulla testa dei lavoratori.
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