Voto di scambio: parla la Cgil

Citando la Costituzione, la Cgil di Martina Franca, con un comunicato a firma di Isabella Massafra, coordinatrice della locale Camera del Lavoro e di Giuseppe Massafra, segretario generale della Filctem, è la prima a commentare l’inchiesta in cui è stato coinvolto il consigliere regionale del Pdl Gianfranco Chiarelli. Secondo il sindacato in un momento di grave difficoltà come questo, i cittadini e i lavoratori avrebbero bisogno di politici consapevoli del valore della legalità e del rispetto delle leggi e non capaci di scendere a patti con il mondo dell’antistato.

Ecco tutto il comunicato del sindacato:

La legalità, unica prospettiva di sviluppo

La notizia secondo la quale l’avvocato Gianfranco Chiarelli risulta essere coinvolto in un’indagine della Procura Antimafia di Lecce, per presunto voto di scambio nelle ultime elezioni regionali, desta profonda preoccupazione soprattutto perché farebbe emergere una certa contiguità tra esponenti politici, presenti nelle istituzioni e personaggi della criminalità organizzata.
Siamo preoccupati perchè in tempi di difficoltà economica e sociale gravi, avremmo bisogno di rappresentanti politici capaci di occuparsi seriamente delle questioni dello sviluppo del nostro territorio, per creare le condizioni di un superamento della crisi e un efficace rilancio del sistema produttivo, in grado di produrre lavoro e maggiore stabilità economica.
Avremmo bisogno di rappresentanti politici , che comprendessero l’importanza della lotta per la legalità, come presupposto di uno sviluppo ordinato, che mettesse nelle condizioni di operatività, senza concorrenze sleali, la parte sana della società , impegnata quotidianamente a dare il meglio di sé sia nel lavoro sia nell’impresa.
Avremmo bisogno di rappresentanti politici che operassero per affermare gli interessi generali delle comunità e si adoperassero a creare le condizioni della coesione sociale, rinnovando il rapporto, ormai logoro, tra i cittadini e le istituzioni e la politica.
Perché questo accada è necessario che si sviluppi una sempre maggiore consapevolezza, tra tutti coloro che svolgono una funzione pubblica, della necessità di rifiutare qualsiasi rapporto con la criminalità e il malaffare, non solo per dare l’esempio, così come indica la Costituzione Italiana (“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”), ma anche per affermare la legalità, come unico strumento in grado di trasformare la realtà del mezzogiorno e dell’Italia intera e garantire alle nuove generazioni il migliore futuro possibile.

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