L’appuntamento di sabato prossimo per il congresso cittadino del Partito Democratico è uno di quegli appuntamenti che si aspettano da una vita. Da una parte sono schierati Pentassuglia e Nunzia Convertini, dall’altra il gruppo dei “volenterosi”, Mastrovito, Massafra, D’Arcangelo, Miali, Pascali, Bonasia e Lafornara, che da mesi pretendono di partecipare alla vita politica di partito. Il congresso si sarebbe dovuto celebrare un anno fa, ma perchè a Taranto non si era ancora trovata la quadra tra Pelillo, Florido e Vico, tutto è stato rimandato. Adesso è risolto tutto: i maligni ammiccano al San Raffaele…
Ma quello che accadrà a Martina ha un valore specifico proprio per la città che a primavera prossima si troverà a dover scegliere il sindaco. A parte le elezioni, il vulnus è la gestione del partito da parte della maggioranza uscente che, da più parti, è stata tacciata di essere tutto fuorchè democratica. Pentassuglia, consigliere regionale, già coordinatore del PD provinciale, delfino di Florido con cui ha condiviso la militanza nella Cisl, e Nunzia Convertini, segretaria scelta sull’onda emozionale di Veltroni, lasciano un partito che non si è fatto davvero valere negli anni di opposizione a Franco Palazzo. I consiglieri uscenti, Bruni, Del Gaudio (che sarebbe stato segretario se il congresso si fosse svolto un anno fa) non hanno brillato per intraprendenza e intransigenza.
Senza nulla togliere al valore di quanti citati precedentemente, non possiamo non far notare che il Pd è stato assente dalla vita politica cittadina per tutto il tempo della legislatura Palazzo. Non ricordiamo nessuna battaglia, nessuna campagna, non ricordiamo nulla. Fino a poco tempo fa, il Pd non aveva nemmeno una sede Questa ignavia viene più volte segnalata da parte di un gruppo di “volenterosi” che approda al Pd speranzosi di poter finalmente aver trovato una casa politica dove poter discutere dei problemi della città. Essi non hanno i 13.000 voti di Pentassuglia, elettoralmente forse contano poco, ma rappresentano un po’, a loro dire, l’anima originaria con cui nasce il Partito Democratico, quell’emozione che a Martina Franca riempiva il salone dell’Arcallegra di giovani di quasi tutte le appartenenza, cresciuti nelle associazioni, negli scout, nelle parrocchie, un onda emotiva che spinse l’elezione di Nunzia Convertini. Ora per tanti lei rappresenta una delusione, scandita dai suoi silenzi, dalle sue assenze, dall’essere percepita come molto subalterna a Pentassuglia (come lui lo è o lo è stato di Florido).
Sabato è un’occasione per rimettere in discussione questi anni, anche se il risultato sembra scontato. Secondo il regolamento del congresso gli aventi diritto al voto a Martina Franca sono 153. Chi sono non si sa, almeno, a prendere la parola nel dibattito politico di questi anni sono stati al massimo una decina di loro.
Nonostante il congresso “bulgaro” come lo definisce Cronache Martinesi, i “volenterosi” parteciperanno perchè “la nostra intenzione è dimostrare che si può fare politica in un altro modo, lontani dagli accordi di palazzo, lontano dalla lotta per la poltrona, vicino alle esigenze dei cittadini. Noi ci crediamo: vogliamo lanciare un messaggio chiaro al partito e alla città: un altro modo di fare politica è possibile“.
Per questo invitano i cittadini ad assistere ai lavori congressuali di sabato prossimo.
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