Una manifestazione cittadina per dichiarare fermamente che la città di Martina Franca non ci sta a farsi soffiare da sotto al naso il reparto di ostetricia, la possibilità per i cittadini di poter avere assistenza specialistica e di poter partorire vicino a casa (ginecologo permettendo).
Quella che si è svolta oggi, per poco meno di due ore, è stato il tentativo di una parte dei cittadini che si impegnano (Martina 3) di portare in piazza per l’interesse di tutta la città, le famiglie, le mamme, i papà, le persone su cui, effettivamente potrà ricadere la scelta di portare tutto a Grottaglie.
Eppure in piazza non c’erano tante persone. Cioè, il parcheggio dell’ospedale era piano di gente, ma per un argomento del genere, la sanità, che tocca tutti indistintamente, di persone ce n’erano poche. Troppo poche. Se togliamo il nutrito gruppo di studenti del Majorana che sosteneva con ovazione e cori da stadio l’intervento di Stefano Coletta, l’anello esterno di politici che sono passati a dare un’occhiata, e i giornalisti, di gente comune ce n’era poca.
Poca rispetto alla potenzialità dell’argomento. Poca per il danno che la città subisce. Poca per quella sensazione di essere presi un po’ per i fondelli ogni campagna elettorale, quando dall’ospedale escono di almeno un paio di consiglieri comunali (di entrambi gli schieramenti, off course).
Eppure c’erano le mamme col pancione, assembrate in un angolo tutte insieme. C’erano alcuni infermieri dell’ospedale, che non hanno voluto parlare, non si capisce bene per quale motivo, c’erano persone che arrivavano solo per firmare la petizione, la raccolta di firme a cui si affidano speranze, l’ultima delega prima della rassegnazione.
Non c’era nessun medico. Meglio, non c’era nessun medico direttamente interessato.
Il risultato che si legge oggi dalla manifestazione è il concretizzarsi di decenni di delega, di rinuncia, di “riflusso”. Anni in cui abbiamo preferito lasciare ad altri il merito o la colpa di occuparsi di noi, la responsabilità di scegliere al posto nostro, di decidere del nostro futuro. Altri che non sempre hanno sbagliato, che a volte ci hanno anche creduto. Ma la dinamica innescata ha provocata una valanga di conseguenze tali per le quali le persone che oggi erano in piazza sembrava ci fossero un po’ per caso. Forse è stato un problema di comunicazione: una manifestazione del genere si pianifica per tempo, si scelgono gli strumenti, si stringono le reti delle relazioni. Oppure, ma non ci crediamo troppo, è stata organizzata per mero calcolo elettoralistico, secondo l’assioma di prima, la sanità porta voti, perchè ogni primario ha potere di spendere denaro, per forniture, per gli appalti, perchè si può essere assunti, perchè la sanità pubblica è stata gonfiata negli anni di una massa di persone di cui, molto spesso, non si sentiva il bisogno. La sanità tira, perchè parla di una cosa che tutti conosciamo bene, parla alla nostra pancia perchè ci sventola davanti le nostre paure più oscure. La sanità tira, e lo dimostrano coloro che negli ultimi giorni hanno rispolverato le catene della lotta politica (!).
Stefano Coletta e gli altri di Martina 3 aspettano che si convochi un tavolo per discutere della situazione. Non sappiamo chi lo farà, ma ci auguriamo che a questa discussione partecipino più persone possibili.
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