E’ stata pubblicata oggi la sentenza del Tar di Lecce che rigetta il ricorso fatto da Petrosino per la cancellazione dalla lista dell’UDC di cui faceva parte, a causa dell’articolo 58 ter del Testo Unico per gli Enti Locali.
La sentenza (che potete leggere integralmente qui) dice:
Il Collegio osserva che nella sentenza di primo grado ( pag. 33) si legge che Petrosino Martino “ nella sua qualità professionale ed alla luce delle sue competenze tecnico-amministrative abbia consigliato alle due donne ……di procedere nel modo illecito di cui sopra ( procurandosi cioè false attestazioni anagrafiche da presentare poi all’ufficio di collocamento )”; questo per il reato di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico.
A pag. 44 della stessa sentenza si legge,poi, che il concorso di Petrosino Martino nel delitto di tentata truffa aggravata si è concretato nello “ interessarsi di tutta la pratica in questione,al fine di assicurare alla sua compagna il risultato economico sperato “, cioè della “ ricezione di quelle domande,la loro protocollazione e la successiva trasmissione all’INPS”, “atti tipici e dovuti dell’ufficio cui era addetto il Petrosino”;lo stesso,inoltre, ha firmato “ il certificato di disoccupazione relativo all’ex marito della Di Gregorio” elemento anch’esso ritenuto rilevante ai fini del concorso nel reato di tentata truffa aggravata.
Se la finalità dell’art. 51,primo comma lett c),in esame è quello di ricomprendere nell’area della norma inabilitante comportamenti tenuti in violazione dei doveri o abuso dei poteri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio,sanzionati con la pena della reclusione superiore a sei mesi,non v’è dubbio che nella specie tutti i comportamenti sanzionati siano stati tenuti con abuso dei poteri ( in violazione dell’art. 323 c.p.) o violazione dei doveri ( artt. 483 e 640 c.p.) inerenti alla qualità di pubblico ufficiale.
La norma,in sintesi,impone il raffronto con le risultanze processuali raffigurate nelle sentenza,indipendentemente dalla riconduzione della sanzione inflitta alla configurazione di un reato proprio o della aggravante prevista dall’art. 61 n.9 c.p.
Il ricorso va di conseguenza respinto.
Petrosino andrà avanti con il Consiglio di Stato, probabilmente, dato che ha già affermato che questa questione va oltre la connotazione elettorale.
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