Durante la fase di sviluppo urbanistico della città di Martina Franca, negli anni sessanta e settanta, tutti gli accordi presi si siglavano con la classica stretta di mano: un proprietario vendeva la propria terra al costruttore e in cambio riceveva un appartamento. La strada che si sarebbe realizzata tra i palazzi, che di regola dovrebbe essere di proprietà pubblica, rimane sulla carta di proprietà privata. E questo è accaduto in moltissime situazioni di Martina Franca, in particolare durante l’amministrazione Motolese che spesso viene ricordata con immeritata nostalgia (potete leggere qui una ricostruzione di quanto accadde nel 2009)
In campagna elettorale accade che un argomento spinoso come l’occupazione di via Trento da parte di Lucarella, legittima, secondo la legge, diventa motivo di battibecco tra due candidati sindaco. Michele Marraffa dice che: “Le soluzioni ci sono, occorre soltanto affrontare di petto il problema e mettere in atto le opportune azioni amministrative. Io la questione di Via Trento la conosco molto bene, al contrario di coloro che oggi hanno preso la parola nel corso dell’incontro organizzato dal comitato dei cittadini che, con toni demagogici hanno prospettato soluzioni politiche improvvisate e qualunquiste, di cui i cittadini non sanno cosa farsene. Voglio ricordare che del caso mi sono interessato anche nel corso dell’ultima legislatura, pur senza averne titolo e potere, tanto che questo mio interesse mi è costato una azione legale perchè in una circostanza ero intervenuto contro la prepotenza di chi voleva calpestare i diritti dei cittadini che in quel momento si stavano trascurando”.
Raffaella Spina invece risponde: “Quando sento parlare Marraffa è come se fosse nato ieri. Lui non c’entra mai nulla e non ha mai avuto poteri. E’ bugiardo. I suoi amici burocrati Simeone e Ricci, tutt’oggi suoi sostenitori, sono quelli, insieme alla classe politica, che hanno determinato la situazione di Via Trento”. E aggiunge: “Marraffa mente, sapendo di mentire. Lo fa solo per propaganda elettorale. Lui sa com’è la situazione. Non è possibile fare nessun esproprio. E’ stata la politica e la burocrazia a determinare quella situazione, iniziata con l’installazione di una rotatoria che impediva al titolare dell’oleificio di far passare i suoi camion nel periodo della raccolta delle olive. E’ stata la classica goggia che ha fatto traboccare il vaso. Lucarella ha rivendicato la proprietà del suolo. Il Comune, sapendo di aver torto ha iniziato un contenzioso che ha perso più volte”.
Secondo Marraffa l’esproprio invece si può fare: “I proprietari del suolo esercitano un loro legittimo diritto di proprietà, a questi il Comune dovrà riconoscere l’esproprio e finalmente diventare titolare del diritto di proprietà su quel suolo”.
A proposito dell’episodio della denuncia subita da Marraffa, Raffaella Spina precisa: “Lui mente anche riguardo la vicenda di una condanna ottenuta, non per difendere nel 2009 i cittadini, ma per aver minacciato un poliziotto che stava compiendo il proprio dovere, comandato di fotografare per questioni di ordine pubblico, i partecipanti ad una manifestazione non organizzata per questioni di ordine pubblico. Marraffa che non voleva essere fotografato minacciò il poliziotto di rompergli la macchina fotografica, confidando nella copertura di un parente all’interno dello stesso Commissariato. L’imprenditore era solito offrire una cena nel periodo natalizio a tutti i dipendenti del commissariato, una delle ultime si svolse al ristorante Archi del Duca. Il poliziotto minacciato fece il suo dovere e Marraffa fu denunciato”.
Rimane che Via Trento e la zona del Votano sono l’esempio di un’amministrazione pubblica incapace (perchè non può, o non vuole) di far valere le proprie ragioni. Da anni i cittadini del comitato di quartiere combattono una battaglia che sembra persa in partenza, ricordando, ogni giorno, cosa provoca il fallimento della politica.
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