Sono arrivate qualche giorno fa le motivazioni dell’ufficiale della Polizia Locale per giustificare la chiusura la traffico di Corso Messapia in occasione di un matrimonio. Questo fatto, lo ricordiamo, ha destato molto scalpore in città, tanto che in redazione ci sono pervenute parecchie foto dell’evento, tanto che i cittadini l’hanno vissuto come un abuso.
Ma atteniamoci ai fatti e non lasciamoci prendere da sentimentalismi.
La richiesta di chiusura al traffico della strada è stata regolarmente protocollata ma non è stata data alcuna risposta. La mancanza di risposta, dal nostro punto di vista, è stata la causa principale di quanto accaduto dopo. La domanda è stata protocollata il 3 maggio per il matrimonio che doveva svolgersi (e si è svolto) il 12 maggio. Il 9 maggio, scrivendo a penna sotto la richiesta, l’ufficiale ha ordinato ad un maresciallo di chiudere la strada alle 10:45 per il “tempo strettamente necessario” a raggiungere la chiesa a piedi. 100 metri, come si legge dalla richiesta.
Il tempo necessario per fare 100 metri a piedi, calcolando che la velocità media di un uomo è di 5 km all’ora e che una sposa può avere problemi con il vestito, ci possono essere dei rallentamenti, è di circa dieci minuti. Proprio per abbondare. Ma la strada, secondo i testimoni, è stata chiusa per tutta la durata della cerimonia.
Ovviamente qualcuno potrebbe far notare che hanno inventato i marciapiedi e non c’è bisogno di chiudere la strada, ma questo non importa ora, era il giorno del matrimonio e un po’ di confusione è giustificabile.
Il Segretario Generale del comune, che fa le funzioni del Comandante dei Vigili, ha chiesto una relazione per giustificare quanto accaduto. Il contenuto di questa relazione dice, più o meno, che l’ordine è stato dato perchè in passato era già stato fatto (quando, con chi, da chi?) e che a volte si chiudono le strade in occasioni di cresime e comunioni.
Ci piace ricordare all’ufficiale che la differenza tra un matrimonio e una cresima è che nel primo caso a ricevere i sacramenti sono solo due persone, mentre nel secondo sono decine. Ma questo lui lo sa bene, perchè scrive che nel caso di comunioni e cresime esistono ordinanze mentre nel caso specifico di quel matrimonio no. C’è solo un ordine vergato a penna tre giorni prima.
A noi non ci rimane che sperare che questo non accada più, che non accada più che un servizio pubblico si pieghi “per il tempo strettamente necessario” ai vizi e ai capricci di un privato, chiunque esso sia, e per qualsiasi cosa, sia un matrimonio, sia un parcheggio in un’area vietata, una concessione edilizia, un favore.
Purtroppo, quello che constatiamo è che il “tempo strettamente necessario” dura ormai da anni.
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