Quella di ieri è stata la processione che in qualche maniera simboleggia la sottomissione formale della politica cittadina alla dottrina della Chiesa cattolica, attraverso la consegna di un dono alla Basilica di San Martino da parte del Sindaco e di tutto il Consiglio Comunale. Contemporaneamente però è il momento in cui il potere laico, democratico, sancisce che il contenuto delle parole pronunciate in chiesa deriva dall’uomo, attraverso la donazione dei ceri, ovvero della luce. La luce che brilla in chiesa è un dono dell’uomo a Dio.
Una lettura un po’ forzata, ovviamente, sia perchè non abbiamo rispettato la filologia dell’evento, sia perchè servirebbe spazio per discutere dell’antropologia delle processioni, e non ne abbiamo.
Possiamo però pubblicare, per intero, il discorso che Franco Ancona ha fatto ieri sera, all’atto della consegna, perchè ci è stato gentilmente inviato dal suo ufficio stampa. Il discorso è laico e più che dello stato di salute della città, Ancona parla del futuro che ci aspetta, quasi ponendo un avvertimento a quei poteri troppo abituati, finora, a non essere contrastati.
Ecco il discorso:
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