In merito alla segnalazione fatta da Giuseppe Ancona, su gli oneri di urbanizzazione secondaria e la tassa nascosta a favore della Chiesa, e grazie al suo lavoro di ricerca dati al Comune di Martina Franca, vi riportiamo quanto segue.
Le istituzioni dirottano alle Chiese, cattolica in testa, ingenti somme di denaro sottraendole ai bilanci pubblici: alcuni di questi finanziamenti sono noti, seppur superficialmente, come l’Otto per mille. Altri sono invece ignoti ai più.
Tra questi ultimi spicca un finanziamento che una legge dello Stato prevede possa essere stornata a vantaggio delle Opere relative a chiese ed edifici per servizi religiosi e delle Opere relative a centri civici e sociali – attrezzature culturali e sanitarie, categoria in cui si annidano numerose presenze confessionali.
Dice Giuseppe Ancona nel suo articolo: “una consistente fetta di questi soldi, anziché essere utilizzata in favore della collettività, viene dirottata alle confessioni religiose presenti nel territorio“, riporteremo nell’articolo i dati, raccolti dallo stesso Ancona, relativi al contributo che il Comune di Martina Franca ha versato alla Curia Arcivescovile di Taranto.
Gli oneri di urbanizzazione sono stati introdotti dalla legge legge 28 gennaio 1977, n. 10, c.d. “legge Bucalossi” oggi regolata dal decreto legislativo 6 giugno 2001, n. 380, contenente il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia.
Coloro che realizzano interventi di costruzione e di trasformazione edilizia devono devolvere ai Comuni gli oneri di urbanizzazione, il rilascio del permesso di costruire, dunque, comporta la corresponsione di un contributo commisurato all’incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione. Gli oneri di urbanizzazione sono dovuti a titolo di partecipazione alle spese che i Comuni sostengono per l´urbanizzazione del loro territorio, e si distinguono in urbanizzazione primaria: strade residenziali, spazi di sosta o di parcheggio, fognature, rete idrica, rete di distribuzione dell’energia elettrica e del gas, pubblica illuminazione, spazi di verde attrezzato e urbanizzazione secondaria: asili nido e scuole materne, scuole dell’obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, chiese e altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie.
I comuni sono obbligati a versare l’8 per cento degli oneri ricevuti per l’urbanizzazione secondaria per le chiese e, come dice Giuseppe Ancona nella sua segnalazione “la quota che viene attribuita alle organizzazioni religiose non è mai inferiore al 7% del totale annuo degli introiti comunali. E’ previsto che questi soldi una volta assegnati – continua Giuseppe Ancona – vengano utilizzati dai beneficiari all’interno dello stesso territorio in cui sono stati raccolti per opere di costruzione di nuove chiese, ristrutturazioni, consolidamento restauro e altri lavori simili. Al termine di ogni anno, il beneficiario è tenuto a trasmettere al Comune un’analitica relazione che renda conto dell’impiego delle somme ricevute, pena la restituzione con gli interessi“.
La totalità delle somme a disposizione, almeno per quello che risulta a Giuseppe Ancona, vanno alla Curia Arcivescovile di Taranto in assenza di altre richieste accoglibili: “infatti i testimoni di Geova che pure ci hanno provato negli anni scorsi non partecipano, poiché manca un criterio certo per stabilirne la consistenza nella popolazione” nonostante una sentenza del Tar Bari ( la n. 1131 del 2008) direbbe il contrario, evidenziando una discriminazione tra le diverse confessioni.
Ma a quanto ammonta questa somma?
“Risulta che per gli anni dal 2006 al 2009 i cittadini martinesi hanno dato all’Arcivescovo di Taranto €. 81.054,56 ( €.18.889,63 per il 2006; 26.232,35 per il 2007; 13.941,50 per il 2008 e €.21.991,56 ultimo versamento deliberato, per il 2009). Mancano alcuni dati; anzitutto le determine con le quali si elargiscono i fondi per gli anni 2010 e 2011, non ancora assunte; ma il neo Arcivescovo non mancherà di farsi sentire, visto che ultimamente lo troviamo spesso qui a Martina. Non abbiamo neanche notizia della “relazione analitica” che annualmente la Curia avrebbe dovuto inviare al Comune, per giustificare come gli ottantamila e passa euro ricevuti siano stati effettivamente utilizzati secondo le finalità di cui parla la legge. E’ previsto infatti – conclude Giuseppe Ancona – che in caso di mancato utilizzo per le finalità di restauro e ristrutturazione, le somme vadano restituite al Comune con gli interessi: se fosse possibile non sarebbe una cattiva idea“.
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