La sanità, come è noto, è un argomento scivoloso, difficile da trattare, perchè contemporaneamente tocca gli istinti dei cittadini e i centri di potere politico-economici che si spartiscono bacini elettorali e appalti pubblici. Per questo motivo, prima di trattare l’argomento dell’ospedale di Martina Franca e la notizia della sua perdita, è meglio esser chiari da subito: l’ospedale Martina Franca non l’avrebbe mai avuto. Ma questo avremo modo di spiegarlo nel corso di questo articolo.
Prima di entrare nel vivo, ci piace segnalare questo post di Piero D’Argento, un ricercatore e formatore di Conversano, che di sanità ne capisce abbastanza da indicarci un punto di vista molto condivisibile su quanto accade in Puglia. In sostanza, perchè vi consigliamo di leggerlo per intero, D’Argento dice che il problema dei fondi per la salute è a monte, sulla modalità di divisione. Lo Stato non tiene conto degli indici di deprivazione, ovvero dei dati che vanno un po’ oltre i meri flussi ospedalieri, per decidere in che maniera dividere i 110 miliardi che ogni anno gira alle Regioni per la spesa sanitaria. L’invecchiamento della popolazione potrebbe essere uno dei fattori da tenere in considerazione per la ripartizione, per esempio. Lo Stato non ne tiene conto dello svantaggio sistemico di alcune Regioni rispetto ad altre, e non tanto per una questione di arretratezza culturale o sociale, ma proprio per le caratteristiche demografiche. Per esempio, ci spingiamo a dire, non ha senso pensare che Taranto e Matera abbiano gli stessi bisogni dal punto di vista oncologico. Il problema è a monte, quindi, ed è finanziario, teniamolo a mente.
Entrando nel vivo, abbiamo tentato di capire cosa si celava dietro l’annuncio che Martina Franca avrebbe perso l’ospedale. Siamo andati a vedere, in via Paolotti, e la struttura è ancora lì, quindi abbiamo cercato di ricostruire quanto sta accadendo.
Secondo il Piano Regionale della Salute, redatto prima delle manovre di Tremonti e del famigerato patto di stabilità che di fatto ha bloccato la possibilità di assumere nuovo personale a fronte di quello che andava in pensione, a Martina Franca avrebbe dovuto sorgere una struttura di II Livello, ovvero un centro ospedaliero capace di affrontare le richieste dei cittadini, compreso la possibilità di ricovero. Secondo Donato Pentassuglia, si era già individuata la zona dove sarebbe sorto, in un pezzo di terra tra Martina Franca e Massafra e sarebbe stato uno dei tre vertici della salute provinciale, con Castellaneta e Manduria, avendo Taranto al centro, un ospedale di eccellenza con più di settecento posti letto e tre strutture di secondo livello ai confini della Provincia, con Grottaglie a supporto di Taranto, considerando che il nuovo ospedale, nato dalla soppressione del Moscati e del SS. Annunziata, sarebbe sorto nei pressi dell’Auchan, quindi vicinissimo alla città delle ceramiche.
Questo è un fatto. Lo dice il Piano Regionale della Salute, ma tutto è stato bloccato per la crisi, Tremonti, il patto di stabilità, e in sostanza, dall’incapacità della politica di far valere le proprie ragioni nei confronti di interessi che nulla hanno a che fare con i bisogni territoriali.
Ma, tant’è. Il 20 luglio c’è un incontro a Roma dove forse si sbloccheranno i fondi per le nuove assunzioni, in particolare nella Asl di Taranto, praticamente svuotata di personale.
Qui finisce il primo fatto, che ha capo e coda: la Regione avrebbe voluto cambiare la Sanità pubblica, anche da un punto di vista di gestione economica, ma è stata bloccata da fattori esterni, la crisi, e da fattori interni: l’incapacità dei politici di fare i politici.
Un fatto diverso è il comunicato che qualche giorno fa è stato mandato dall’Assessorato di Attolini, e che ha gettato nel panico la popolazione. Non solo Gianfranco Chiarelli, consigliere regionale del Pdl, ha detto che è l’ennesimo colpo inferto dalla giunta Vendola a Martina Franca, ma anche Michele Marraffa, uno dei due capi dell’opposizione a Palazzo Ducale, ha mandato una nota in cui si dice “dispiaciuto perché questo vuol dire dequalificare la struttura esistente, soprattutto dopo aver illuso i martinesi quando si parlava di nuovo ospedale. La sanità e la salute dei cittadini non può essere oggetto di campagna elettorale…“.
Panico a parte, abbiamo contattato Donato Pentassuglia, perchè ci spiegasse meglio quanto stava accadendo, dato che alcune fonti ci dicevano che anche lui era sulla stessa lunghezza d’onda dei suoi avversari politici e che la settimana prossima avrebbe affrontato l’assessore regionale Attolini per chiedere chiarimenti. Martina Franca, secondo Pentassuglia, non perde nessun ospedale, perchè il comunicato stampa fa riferimento ai fondi di edilizia ospedaliera previsti per la Regione Puglia, con cui Vendola ha dichiarato la costruzione di cinque nuovi ospedali.
“Ma siamo seri” ci dice il consigliere del Pd “con 550 milioni di euro è possibile costruirne al massimo due“.
Oltretutto, ci spiega, la somma è ancora competenza e non cassa, ovvero, i milioni sono previsti, ma non sono stati pagati, non esistono nella realtà. Qualora si dovessero ottenere, si è pensato alla costruzione di cinque ospedali, ma lui, Pentassuglia, è convinto che se ne faranno solo due, e comunque non a Martina Franca, perchè non era per nulla previsto. E, sempre secondo Pentassuglia, la struttura prevista a Fasano non è per nulla necessaria, considerando che c’è sia Monopoli che Ostuni, o Martina Franca, a cui fa riferimento un bacino di pazienti di circa 140.000 persone, da Noci fino a Cisternino.
I maligni, e ce ne sono, potrebbero pensare che Fasano è stata scelta perchè è paese di un importante senatore democratico e patria dell’assessore regionale alle Opere Pubbliche, ma siccome noi non siamo maligni, pensiamo che hanno semplicemente fatto male i conti, scegliendo, malissimo, come nome della nuova presunta struttura “Valle d’Itria“.
“I due nuovi ospedali che sorgeranno, se i milioni arrivano davvero, secondo me dovrebbero essere nella Bat, sopprimendo quello di Trani, quello di Andria e quello di Barletta e a Taranto. All’ospedale di Taranto, che diventerebbe un polo di eccellenza, oltre ai finanziamenti per l’edilizia sanitaria, si potrebbero aggiungere quei sessanta milioni del bilancio regionale che erano destinati al San Raffaele e che non sono stati toccati“, ci dice Pentassuglia.
La sanità è argomento scivoloso, soprattutto in Puglia, dove spesso è intervenuta la magistratura. Agitare lo spettro della mancanza di cure, a cui fa riferimento, volontariamente o involontariamente, la falsa notizia che Martina Franca perderà l’ospedale, fa notizia, ma non fa bene.
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